Il depistaggio genetico della medicina occidentale, ossia il sistematico scambio dell'effetto per la causa, al fine di occultare il rapporto ambiente – cibo e malattia
Paolo De Bernardi
Questo articolo, dopo quello che trovate sotto (nel blog dell'autore - n.d.r.), dal titolo “Il grande sonno. La scienza è morta in Occidente, ma non se ne sono accorti”, può considerarsi un secondo epilogo e approfondimento del mio lavoro dal titolo, Evoluzionismo, caos, entropia. Contaminazione tecnocratica della scienza e mistificazione stocastica della natura , uscito in “Sapienza”, parte I, LVIII (2005), pp. 69 – 115; parte II, LIX (2006), pp. 63 – 97, che trovate anche qui a fianco (nel blog dell'autore - n.d.r.), nel quale ho ripercorso le tappe della dissoluzione della scienza in Occidente nel corso del Novecento. Qui si entra nello specifico della medicina, per mostrare come anche essa sia andata soggetta alla stessa dissoluzione e inefficacia, per servire a una sinistra finalità politica: portare l'umanità alla più grave degenerazione fisica della storia, con conseguenti, inevitabili, degenerazioni morali e intellettuali.
INTRODUZIONE
Finché i popoli vivono sulle terre coltivate, nelle o presso le foreste, sui monti o pendici di monti, presso i fiumi e i laghi, ecc. , ci saranno sempre forti opposizioni alla attuale economia predatoria e devastatrice dell'ambiente, perché chi vive da lungo a contatto con la natura ed in simbiosi con essa si accorge e denuncia che la deforestazione, a cui gli stati son costretti, per risanare i debiti col Fondo Monetario Internazionale o con la Banca Centrale privata, produce riscaldamento del clima, minore capacità di rifornimento e rinnovo delle falde acquifere, così importanti per agricoltura e vita. Chi vive a contatto con la natura si accorge e denuncia che le continue trivellazioni alla ricerca di petrolio producono danni alle falde acquifere, al mare ecc. Chi vive a contatto con la natura denuncia i danni che le colture Ogm producono ai terreni a causa delle enormi quantità di glifosati che quelle sementi richiedono e che sono brevettate per sopportare. Chi vive a contatto con la natura denuncia e si oppone ai guasti inflitti alla biodiversità dalla pratica monocolturale ibridata, dagli allevamenti intensivi, medicalizzati, che inquinano sia la terra che chi se ne nutre…Il proliferare di infrastrutture, pipeline di gas e petrolio, smaltimenti sotterranei e navi affondate di rifiuti tossici e/radioattivi: sono alcuni degli aspetti macroscopici di questo tipo di economia.
Riuscire a portare la maggior parte della popolazione mondiale a vivere nelle megalopoli da milioni e milioni di abitanti è uno dei maggiori obiettivi della élite che domina l'Occidente. 1) Questo consente a quel tipo di economia di poter continuare il suo assalto predatorio all'ambiente in modo meno disturbato; 2) La gente che vive da tempo nella megalopoli o che ci è nata non distingue un cibo sano dalla spazzatura, un cibo biologico da un Ogm, acqua pura da acqua semiputrida, aria sana da aria inquinata, cibo animale sano da cibo proveniente da animali ammalati, verdura fresca da verdura stantia. Questa gente perciò mangia tranquillamente il cibo spazzatura che gli viene fornito da hard discount e fast food; e finché può riempirsi la pancia a 90 centesimi con un hamburger e una cola non scende in strada a fare una rivoluzione: continua a passare la giornata davanti al computer dove gli fanno credere di avere 300 amici e 5 amanti, mentre in realtà è più solo di un pastore di pecore sui monti della Macedonia. Di cosa accade alle foreste, ai monti, ai laghi, ai terreni agrari, alle fonti di acqua a questo tipo umano non gliene frega niente, del resto quasi non sa più distinguere un pesce da un pollo. Lui ha un “suo” mondo (o almeno questo crede l'autistico personaggio). 3) A questi milioni e milioni di anonimi gusci vuoti è facile, una volta che sono stati così globalizzati, imporre un pensiero unico, un comportamento unico, una moda unica, un cibo unico, una medicina unica, una scuola unica, ecc. E' una massa controllabile. 4) Come tutti gli animali in cattività, questi nuovi tipi umani si accoppiano di meno, sono meno fertili, presentano molto più alte percentuali di omosessualità. E questo rientra nei progetti maltusiani dell'élite
Per cacciare i popoli dalle terre bisogna far fallire le loro economie agricole sostenibili e di sussistenza; e a questo ci pensano i governi e i politici al servizio del Potere del Cane, con apposite leggine e finanziamenti, che sono l'epilogo e l'applicazione nelle realtà locali del diktat globalizzatore di Bretton Woods (1944. Rimando a quanto ho scritto sotto la categoria “storia”, si veda: Bretton Woods, ossia come è stata imposta la globalizzazione). Ma per nascondere alla gente che le megalopoli in cui sono costretti a vivere i popoli sono il peggior habitat possibile e che lì ci si ammala più e peggio che altrove, ci vuole l'appoggio della medicina occidentale, che partecipa attivamente al progetto di inurbamento dell'umanità nascondendo sistematicamente ogni rapporto tra ambiente e malattia. Questo sistematico occultamento, insieme al cibo da 90 centesimi, consente l'accettazione da parte di gran parte dell'umanità della nuova condizione sociale e ambientale, ma anche serve a convincere i popoli che sono ancora a contatto con l'ambiente che quel tipo di economia di cui sopra, tutto sommato, non è poi così cattiva. Vediamo come si compie tale operazione, evidenziando una costante metodologica nelle procedure di ricerca proprie della medicina occidentale.
I. Uno dei primi segni di degenerazione dell'uomo occidentale, abitatore delle megalopoli, esposto a polluzione chimica e cibo avvelenato, lo colse George Oshawa negli anni Sessanta, quando mandò a dire agli occidentali “you are all sampaku”. Gli occhi, oggi, non solo sono sampaku, ma anche spenti e a mezz'asta, come di chi ha assunto valium. Non ci torno su. Tra gli anni Ottanta e Novanta si è cominciato a notare sempre più insistente la comparsa di individui privi di lobo auricolare, ridottissimo o assente (segno di scarsa forza generativa e renale), con l'orecchio sempre più a punta, tale che in molti casi somigliano più a demoni che uomini. Il più drammatico segno di degenerazione dell'uomo occidentale si è affacciato negli ultimi venti anni, prima , come al solito, in America, e poi in un Europa sempre più simile a discarica: obesità e gambe a X. Su arti inferiori penosamente a X, tali da render impossibile la corsa o anche un passo sostenuto, molleggia e sembra galleggiare un corpo flaccido e obeso, quale non si era mai visto prima. Questo tipo di obesità non è minimamente da confondere con certe taglie forti di un tempo (spaccapietre e lottatori), né è, con sempliciotteria, da considerare come “disfunzione metabolica”. Si tratta di una malattia degenerativa, più esattamente di un tumore, della stessa natura del lipoma. L'obesità è un gigantesco tumore che cammina faticosamente su due gambe a X, si tratta infatti di una iperlipocitemia, cioè di una iperproliferazione di cellule di grasso, come in quel tumore detto lipoma. Se prendete polli di campagna allo stato brado, avete animali piuttosto piccoli, agili e veloci, dalle carni sode e ossa durissime. Se prendete polli da batteria, sedentari, pieni di vaccini, antibiotici e mangimi, osserverete che hanno zampe penosamente a X, che gli impediscono non solo di correre, ma perfino di camminare e sulle quali galleggia e molleggia un corpo obeso e flaccido. Le loro ossa le potete recidere con un paio di forbici da cartoleria, dopo cottura le loro carni si sfaldano e staccano dalle ossa per sola gravità. In realtà quando ve ne nutrite non mangiate un pollo, ma state mangiando un tumore. L'ipercitemia non è solo delle cellule di grasso qui, ma anche di quelle proteiche, che consentono di avere polli che giungono a maturazione in tempi quattro volte inferiore di un pollo allo stato brado, con doppio o triplo peso corporeo. Ma è un tumore con le sembianze del pollo. Una fragola grande come una mela è un tumore vegetale, ottenuto con fitormoni e altri fattori che stimolano la proliferazione cellulare. Mele grandi come noci di cocco sono tumori vegetali, ottenuti con ibridazioni e trattamenti che esasperano la proliferazione cellulare. Così è cibo tumorale quei suini e vitelli spinti a raggiungere il loro peso massimo in pochi mesi anziché in un anno o due come avveniva cento anni fa. Perfino il pane odierno è tumorale, spinto da violenti lieviti chimici a compiere l'intera lievitazione in poco più di un ora, contro le quasi 24 ore del pane di cinquanta anni fa, a base di pasta acida. Se aggiungete che il cibo odierno è morto, perché tutto pastorizzato: latte pastorizzato, formaggi di latte pastorizzato, vino pastorizzato, maionesi e salse di uova pastorizzate, hamburger che lasciati un anno sul tavolo rimangono identici al primo giorno, come le bevande che lo accompagnano; se infine aggiungete che questo cibo è zeppo di chimica, allora avete che la situazione alimentare – ambientale dell'uomo che galleggia sulle gambe è descritta da quanto segue:cibo tumorale – cibo morto – cibo chimico .
II. Andiamo ora a vedere come la medicina occidentale, quella che raccomanda pastorizzazione e trattamento chimico del cibo ai fini della buona conservazione, pensa di affrontare la malattia detta “obesità”. Nel 2000 gli scienziati della University of Medicine and Dentistry del New Jersey vanno a frugare a livello genico per vedere se l'obesità sia associata a qualche modifica genetica, rilevabile da qualche strana proteina in circolazione. Chiunque non si sia bevuto il cervello o non se lo sia fatto formattare presso qualche università angloamericana (dove ha dovuto pure pagare), intuisce benissimo che non solo ci sarà qualche disfunzione genica in uno che mangia cibo morto, chimico e tumorale, ma addirittura ci sarà una devastazione. Avete osservato il vostro gatto. Quello che avevate 20 anni fa e viveva fuori, dove si nutriva di topi, non si è mai ammalato; quello che avete oggi, in appartamento e sul divano, nutrito a crocchette è mostruosamente deforme. Volete che nel suo corpo non ci siano modifiche genetiche significative? Se fin qui avete capito, allora non vi sfuggirà che geni difettosi o strane sintesi proteiche non sono la causa della malattia, ma ne sono uno degli effetti. Andare perciò a cercare la soluzione per l'obesità senza individuare e rimuovere la sua vera causa è una presa in giro e un depistaggio. Questo depistaggio, del far passare uno degli effetti della malattia (quello genico) come se fosse la sua causa, è divenuto sistematico nella medicina occidentale, tenuta al cappio dalla solità elite. Ashim Anand e Kiran Chada annunciano di aver scoperto una proteina (In vivo modulation of Hmgic reduces obesity, in “Nature Genetics” 24, 377 – 380, 2000) che se eliminata o resa inefficiente consente di mangiare cibo obesizzante a volontà senza che ci si ingrassi (almeno così funziona sui topi). La stampa divulgativa ne dà l'annuncio in termini trionfalistici, tipo:”scoperta la causa dell'obesità!”, ma in realtà si sta facendo quanto segue. 1) Si persiste nel negare il rapporto causale tra cibo – ambiente e malattia. 2) Poiché la causa non la si rimuove, l'effetto sull'organismo resta, solo che si sta chiedendo all'organismo di reagire in modo diverso dall'obesità. 3) L'organismo manifesterà (se davvero la terapia sull'uomo funzionerà) una nuova e più grave degenerazione dell'obesità; ecco il comparire continuo di nuove malattie che la medicina occidentale non cura, bensì riformula su altri piani, su altri tessuti, su altri gruppi di geni. 4) All'uomo contemporaneo gli si manda a dire: continua il tuo stile di vita, vivi nelle megalopoli avvelenate e nutriti di cibo tossico, la medicina sta lavorando affinché i sintomi del cibo tossico tu li sopporti meglio e più a lungo, perché questo è e deve restare il tuo habitat, come vuole l'élite che domina la politica e la medicina in occidente.
III. Un consorzio di ben 99 ricercatori, francesi del Centre National de Séquençage di Evry e americani dell'Institute for Sistems Biology di Seattle e dell'Università di S Louis, firma su “Nature” un articolo in cui annunciano l'avvenuto sequenziamento del cromosoma umano 14 (Heilig R, et al 2003. The DNA sequence and analysis of human chromosome 14. in “Nature” 421, 6923: 601 – 7. PMID 12508121). , evidenziando che in esso vi sono una serie di geni che, se mutati, danno luogo a una sessantina di malattie: ipertiroidismo, retinite pigmentosa, acromatopsia, tumore al colon, alcune leucemie, ecc. ; qui abbiamo anche uno dei sette “loci” dell'Alzheimer. La stampa divulgativa annuncia che son state scoperte le cause genetiche di importanti malattie. In realtà si fatta una operazione inutile e fuorviante, perché si sono solo evidenziati gli effetti che una malattia provoca a livello microbiologico e genetico. Effetti che speciosamente son detti cause. La malattia Alzheimer a livello macro si manifesta con certe forme di demenza, mentre a livello micro si manifesta come danno ad alcuni geni del cromosoma 14. Ma la causa dell'Alzheimer o del tumore al colon è lungi dall'esser scoperta. Ammesso anche che i ricercatori trovino modo di agire sui geni dell'Alzheimer, annullandoli, così che l'organismo a livello macro non risponda più con segni della demenza, che cosa avranno così fatto? Avranno fatto sì che l'organismo, ancora esposto a inquinamento da alluminio, manifesti in modo diverso gli effetti patologici di quel tipo di inquinamento, in un modo diverso e peggiore di quella degenerazione neurologica. Stanno riformulando la malattia su un altro piano. Stanno inventando un'altra malattia. E' noto da decenni che l'alluminio è una delle principali cause dell'Alzheimer, ma questi signori il legame ambiente – cibo e malattia lo occultano, perché l'élite che mette loro a disposizione centri di ricerca, soldi, riviste e notorietà vuole che l'uomo contemporaneo viva nelle megalopoli inquinate e si prenda il cancro. Perciò i ricercatori non devono fare ricerca seria, ma gingillarsi nella ricerca genetica, facendo passare l'effetto per la causa. Il messaggio è il seguente: 1) La gente continui a far la fila nelle farmacie per farmaci e vaccini contenenti idrossido di alluminio (o a usare stoviglie di alluminio); 2) la medicina lavora affinché gli effetti dell'alluminio si risentano poco o nulla sul cromosoma 14 e quindi sul sistema neurologico, facendolo degenerare in modo che lo si avverta meno, più sopportabilmente, o addirittura facendo spostare gli effetti su altri cromosomi.
IV. Ricercatori dell'Università di Padova pubblicano una ricerca (AA. VV. , Mutation in the Insulin – Like Factor 3 Receptor Are Associated With Osteoporosis, in “Journal of bone and mineral research” 23 V; 4 II 2008), nella quale si evidenzia che il fenomeno dell'osteoporosi è associato alla mancanza dell'ormone INSL3 e a una mutazione genetica nel RXFP2 (relaxin family peptide 2) e questa viene fatta passare come la causa microbiologica dell'osteoporosi. Non si indaga sulle abitudini alimentari e ambientali dei soggetti osservati. Non si verifica cioè se tali persone bevono quotidianamente 3 litri di coca cola, il cui contenuto di acido fosforico provoca osteoporosi, come non si è riusciti a nascondere (Katherine L Tucker, Kyoko Morita, Ning Qiao, Marian T Hannan, L Adrienne Cupples and Douglas P Kiel . Colas, but not other carbonated beverages, are associated with low bone mineral density in older women: The Framingham Osteoporosis Study, in “Am. J Clin. Nut”, 84 ,4, 2006:pp. 936–42). Quindi come si procede, che messaggio si manda? 1) L'effetto di uno stile di vita squilibrato, che porta a modifiche genetiche e ormonali, vien fatto passare come la causa. 2) Si lavora a livello microbiologico per consentire a coloro che bevono 3 litri di cola al giorno di poterlo fare senza avere come effetto collaterale l'osteoporosi. 3) In questo modo, mantenendo attiva la causa e impedendole di manifestare i suoi effetti su RXFP2, si promuove l'insorgere di una nuova malattia, ossia si fa sì che gli effetti si manifestino su altri tessuti e su altri gruppi di geni. 4) All'uomo contemporaneo vien detto che può e deve continuare il suo stile di vita, anzi la medicina lo aiuterà, se possibile a bere anche 4 litri di cola, senza che lui abbia gravi effetti collaterali a livello di metabolismo del calcio (salvo poi l'insorgere di altri problemi e più gravi su altri piani)
V. Apprendo dalla stampa che all'inizio di quest'anno è stata costituita una task force europea per la lotta alla distrofia miotonica di tipo 1, o malattia di Steinert (“La nazione” 23 II 2010). A che è rivolta la ricerca? E' ovvio: tenterà di mettere a punto una terapia genetica, perché il prodursi nel cervello della proteina Tau, responsabile delle demenze e dell'autismo, dovuto ad accumulo di Rna tossico nel nel nucleo delle cellule cerebrali è sicuramente a causalità genetica. Malgrado esista una letteratura medica inequivocabile che addita nei vaccini la causa dei moltissimi casi di autismo, sconosciuti prima degli anni Cinquanta, (vedi la letteratura che riporto nell'articolo “Vaccinazioni”), non si va a vedere se una alta percentuale di malattia di Steinert sia dovuta all'accumulo di mercurio nel sistema nervoso, contenuto nei vaccini come conservante. No questo non si tocca. Perché i vaccini sono un'arma biologica strategica, con la quale l'élite inserisce nel sangue di miliardi di persone quel che crede opportuno, per le sue politiche di riduzione della popolazione.
VI. Stessa cosa per la sclerosi multipla, altra malattia neurovegetativa del sistema nervoso centrale. Lo sforzo principale della ricerca medica non è volto a individuare la causa e rimuoverla (anche qui un grosso ruolo è dovuto all'inquinamento da metalli pesanti e alla carenza di certi minerali), bensì lo sforzo è rivolto, come annuncia il New England Journal of Medicine (Kappos L. , et al. A Placebo – Controlled Trial of Oral Fingolimod in Relapsing Multiple Sclerosis. “New Eng J Med” 362,2010. Cohen J. A. , et al. ,Oral Fingolimod or Intramuscular Interferon for Relapsing Multiple Sclerosis,in “New Eng J Med” 362, 2010. ) nell'individuare un principio attivo che blocchi i globuli bianchi che innescano l'infiammazione che danneggia il sistema nervoso: il “fingolimod”, che renderà più sopportabile la malattia ai 2 milioni e mezzo che son colpiti al mondo. Nessuna ricerca della relazione causale cibo – ambiente e malattia. La medicina non deve urtare la politica: questa vuole che l'uomo viva nelle megalopoli degradate. L'uomo deve degenerare, fino a galleggiare penosamente sulle gambe
VII. Anche il Parkinson – altra malattia frutto di quella modernità che, si dice, grazie alla medicina avrebbe allungato la vita delle persone – ha le sue connessioni con l'ambiente, visto che trova maggior diffusione in quelle zone rurali che ricevono trattamenti con diserbanti, tipo “paracquat” . (K. Ossowska, M. S'Mialowska, K. Kuter, J. Wieron'ska, B. Zieba, J. Wardas, P. Nowak, J. Dabrowska, A. Bortel, I. Biedka, G. Schulze e H. Rommelspacher, 2006, Degenerazione dei neuroni mesocortical dopaminergici ed attivazione dei processi compensativi indotti tramite una gestione di lunga durata del paraquat in ratti: Implicazioni per la malattia del Parkinson ". “Neuroscienza” 141, 4,: 2155 – 2165. doi:10. 1016/j. neuroscience. 2006. 05. 039). Ma la connessione ambiente malattia va occultata per non pestare i piedi a importanti colossi dell'agroalimentare come Sygenta o Monsanto, che promuovono una agricoltura chimica
VIII. Stessa metodologia per un'altra delle nuove malattie (anche questa guarda caso comparsa a ridosso della guerra, con l'avvento del cibo industriale e con la medicalizzazione di massa), cioè la Lou Gehrig o Sla (sindrome amiotrofica laterale). L'organismo diventa progressivamente un sepolcro a seguito di paralisi di tutti gli organi, finché si raggiunge l'apparato respiratorio, con conseguente decesso. Ebbene lo scientificamente corretto sta lavorando alacremente alla ricerca di una terapia genica. Ci mancherebbe. Si tratta sicuramente di una malattia “genetica”. Se riusciamo a far arrivare ai giovani calciatori questa voce avverrà che continueranno a prender più volentieri gli antidolorifici, gli antiinfiammatori e i miorilassanti di cui li imbottiscono (la partita non si può non fare, la squadra è perfino quotata in borsa). Infatti li stavano assumendo controvoglia da quando, in Italia, un esperto come Lamberto Boranga ha indicato quella triade come la più probabile causa della malattia, dichiarandolo sui giornali (“La Nazione” 13 I 2001). Il business legato al calcio (diritti TV ecc) deve andare avanti. La medicina sapientemente occulti il rapporto cibo – ambiente e malattia, e mandi a dire che la causa come la soluzione sono genetiche. Parola magica.
IX. Chi andrà a cercare se non vi sia qualche connessione tra la celiachia e altre malattie autoimmuni con l'enorme consumo che oramai si fa di vegetali ibridati. Ormai si trovano solo piante ibridate nelle coltivazioni e sulle tavole, perché i colossi del sementiero costringono gli agricoltori a ricomprare il seme ogni anno, gli ibridi essendo sterili. Il grano che consumiamo è prevalentemente il “creso”, una varietà mutata geneticamente con l'irradiazione nucleare. Tutto questo non va appurato. Lo scientificamente corretto occulta il rapporto malattia e cibo – ambiente, per far credere che l'effetto microbiologico e genetico dell'inquinamento o del cibo spazzatura sia la causa. Così facendo servono la politica del Cane, il quale vuole che sul piano ambientale non si modifichi nulla. L'uomo deve degenerare, fino a galleggiare penosamente sulle gambe ripiegate all'interno.
X. Sarà difficile quanto il trovare una mosca bianca imbattersi in una persona colpita da cancro al cervello, alla quale, sia prima che dopo l'intervento e i soliti trattamenti radio e chemio, sia stato chiesto se fa assunzione o no di significative quantità di aspartame al giorno, onde correggere uno stile di vita che potrebbe determinare il re-insorgere della malattia. Nonostante si sappia per certo che piccole dosi di aspartame possono causare il cancro al cervello, tuttavia nessun protocollo prevede che il medico lavori sulla causa, rimuovendola. ( FDA studies show Aspartame link to brain tumors, PrWeb, 12 aprile 2005; mentre l'Istituto B. Ramazzini di Bologna ha avvertito l'Istituto Superiore di Sanità che l'aspartame provoca anche linfomi e leucemie negli animali da laboratorio; Ansa 14 VII 2005). Questo neurotossico è presente in 6000 prodotti alimentari e medicinali ed è rifilato a milioni di obesi per la dieta ipocalorica). La causa non va indicata né rimossa. E' becero conformismo scientifico in oncologia stringere le spalle sulle cause che portano al cancro, quando ci sono evidenti statistiche che provano la relazione causale ambiente – alimentazione e cancro, in base a disposizioni geografiche e abitudini alimentari che vedono le percentuali di colpiti variare enormemente a seconda della residenza e delle abitudini alimentari. Il messaggio è questo 1) Il paziente continui pure a consumare le sue tre confezioni al giorno di caramelle all'aspartame e usi quest'ultimo per dolcificare i 4 caffè al giorno che prende; noi occultiamo il rapporto cibo malattia. In compenso la medicina è attrezzata per operarlo di nuovo e per fargli altri cicli di chemio. 2) La medicina non andrà a pestare i piedi a quei giganti dell'industria alimentare che basano più della metà del loro fatturato sui prodotti dietetici ipocalorici a base di aspartame. Come ci impegniamo a lavorare per sconfiggere il cancro? Col solito metodo. Ci impegniamo a scoprire i meccanismi molecolari e genetici che presiedono alla formazione della cellula tumorale, cercando di metter a punto farmaci che colpiscano quella cellula sul nascere, oppure intervenendo con farmaci intelligenti e di tipo staminale che riparino i geni di quei cromosomi che sono stati modificati. E' questo il solito bla bla bla dei Veronesi e dell'oncologia scientificamente corretta, che deve far finta di fare molto, anche usando termini a effetto come “oncologia post – genomica”, oppure “proteomica” oppure “orizzonti epigenetici dell'oncologia”, per gettare fumo negli occhi ai gonzi. E' pura stupidità che tratta gli effetti genetici e molecolari della malattia cancro come se quelli fossero la causa. Questa, alla quale sono indirizzate le strette di spalle, rimane sinistra e insidiosa, capace di portare i suoi effetti su altri piani, altri tessuti e altri geni, se proprio insistono questi petulanti ricercatori che vorrebbero che le cause non manifestino i propri effetti. Per non parlare di quegli annunci patetici, ogni tanto ricorrenti: “presto avremo un vaccino tutto italiano contro il cancro”. Siamo alla pura imbecillità, punto di arrivo dell'estremo e pervicace tentativo di nascondere il rapporto causale cibo – ambiente e malattia, come vuole la élite. L'uomo deve degenerare fino a galleggiare penosamente sulle gambe.
XI. Qualcuno prova a farmi notare che la medicina occidentale è forte, in quanto mette a disposizione della gente gli strumenti per la dialisi, i trapianti di organi, ecc. I progressi come si vede sono enormi. Scherziamo? Dare a mezza umanità la sedia a carrozzella è un progresso tecnologico – medico? Vorremo dire che è un totale fallimento della medicina, la quale si guarda bene dal dirvi che se continuate disinvoltamente, come si addice a persone superficiali, immature e viziate a prendere tutti quegli antidolorifici (e antistaminici), per ogni piccolo dolore, mestruale o articolare che vi capita vi provocate una insufficienza renale, che richiederà dialisi e poi trapianto (infatti non vi dicono che dopo la prima dialisi il rene smette di funzionare del tutto; ve lo dico in altre parole: se mettete in dialisi una persona con reni sanissimi, questi smettono di funzionare!). Vi siete fatti rincretinire dall'adagio “voi avete diritto a non soffrire, a non sentire dolore” e voi avete abboccato, col risultato che solo in dieci anni le insufficienze renali sono aumentate in percentuali spaventose (dal 1996 al 2000 solo in Umbria si parla del 40%). Dialisi e trapianti sono segno di progresso? Nessuno dice alla gente che certi antibiotici e l'alimentazione con cibo morto, a lungo conservato e trattato chimicamente rende il fegato enormemente più debole e soggetto a finire in cirrosi. Il fegato è l'organo verde e del verde, nel senso che trae vitalità e salute dalle verdure fresche, anzi croccanti e vive e da cibi non pastorizzati, ma ricchi di enzimi, lieviti, funghi, saccaromiceti ecc. Solo queste hanno su di lui potere riparatore e rafforzante. Nelle megalopoli degradate è impossibile riuscire a mangiare un cibo ricco di vitalità; è tutto morto e a lunga conservazione. Se mangiate tre mesi di fila al solito fast food quel cibo che non marcisce mai, avrete con facilità un fegato cirrotico o precirrotico. A questo punto basta bere anche solo un paio di birrette e siete spacciati; mezza bottiglia di vino è già troppo per voi, specie se è vino –come lo è – da cantina sociale e pastorizzato. Lo scienziato occidentale cretino vi dirà che l'alcool, si sa, è causa di cirrosi. Cretino appunto, perché dovrebbe sapere che i suoi bisnonni e forse nonni di vino, avendo l'orto sotto casa, ne bevevano da due a cinque litri al giorno e nessuno è morto di cirrosi. Vada a informarsi. Il più astemio dei monaci medievali beveva un litro e mezzo di vino e un litro e mezzo di birra al dì. Il cretino di cui sopra chiama indistintamente alcool tanto la birra – vino, quanto la vodka e il wisky. Invece c'è un abisso; solo questi due sono propriamente alcool, mentre la birra – vino non pastorizzati sono da annoverare nella categoria “cibo”, infatti lasciati all'aria si trasformano, in quanto sono pieni di saccaromiceti e lieviti. Vodka e wisky non si modificano neppure dopo anni. Invece di trastullarsi con la genomica lo scienziato occidentale scopra perché i suoi nonni con tre litri di vino al giorno non andavano in cirrosi, mentre a lui saltano le transaminasi solo con un paio di bicchierini di quel vino da 20 euro a bottiglia che beve al noto ristorante. Ma la medicina scientificamente corretta non individua, né tanto meno rimuove la causa. Non sia mai. Vi dice che in caso di cirrosi potete andare avanti lo stesso, stiamo mettendo a punto una molecola antivirale (se ne è parlato a Vienna nel 2010 al Congresso annuale dell'Associazione europea per lo studio del fegato) , chiamata “entecavir” , oppure c'è il trapianto. Una pratica medica estrema e di emergenza che ora è divenuta di routine e muove solo in Italia un giro di affari molto grande (incluso l'immunosoppressore ciclosporina)
XII. Nelle megalopoli degradate, dove è impossibile trovare verdure fresche, si può stare settimane senza riuscire a procurarsi una zuppa di verdure, si consumano pressoché solo proteine, grassi idrogenati e farine vecchie, ossidate e prive di minerali; se a questa situazione precirrotica aggiungete che c'è un enorme consumo di cibi ibridati e modificati geneticamente (creso), nei quali è onnipresente lo zucchero, tantissimo zucchero, che mai prima d'ora a tali dosi era stato consumato dall'umanità, allora avete aperto la porta alle mille malattie. (Quale scienziato occidentale, quale università o istituto di ricerca si metterà a fare studi sugli effetti prodotti dal massiccio consumo di zucchero o di vegetali ibridati, per patologie tipiche della modernità? Ma scherziamo? Vogliamo rovinarci le carriere o perdere i finanziamenti che riceviamo ogni anno? Vogliamo pestare i piedi a giganti dell'ibridazione come la Pioneer? Quale rivista scientifica “seria” sarebbe disposta a pubblicare un tale studio? Cerchiamo piuttosto di dire che la colpa è dei geni e che le molte malattie tipiche della modernità – allergie, celiachia, Crohn – sono dovute a modifiche delle sequenze geniche e così non andiamo a disturbare nessuno). Ho forti sospetti (non prove) che quella complessiva impostazione alimentare, che ho sopra indicato, causi celiachia e morbo di Crohn, ma sono sicuro che le otiti purulente, le carie dentali, le cefalee croniche, dermatiti che non rispondono a nessun trattamento, diverticolite, gengivite, stitichezza cronica, rigidità arteriosa, pressione alta, ascessi e ferite che tendono a non rimarginare, disfunzioni tiroidee siano dovute, nella stragrande maggioranza dei casi a quello stile di vita. Ma tutto questo dal punto di vista medico – farmaceutico è una risorsa, e lo deve rimanere. Infatti al mal di testa di tizio rispondiamo somministrandogli i farmaci che servono a controllare l'Alzheimer, cioè il “donepezil” e la “rivastigmina”, mica andiamo a cercare se tizio passa i pomeriggi sul divano davanti alla Tv dove mangia quasi mezzo kg di arachidi al giorno. Chi gli dice di smettere? Anzi noi con queste due molecole a tizio gli consentiamo di mangiarne perfino 8 etti al giorno di arachidi, seguite dalla solita bibita gassata, dolcificata da nausea, senza che lui avverta particolari mal di testa. L'uomo contemporaneo ha diritto a non sentire dolore, recita l'ultima conquista della medicina occidentale, quella che ha scoperto la “terapia del dolore”. E' l'ultimo abominio dell'estrema conservazione, che a livello ambientale e alimentare non vuole cambiare nulla.
XIII. Concludo esaminando come ultimo caso una “nuova” malattia. Poteva mancare? Del resto troppe se ne dovranno vedere di nuove malattie, se avete capito che il procedere della medicina oggi è strutturalmente iatrogeno:essa riformula la malattia su altri piani, tessuti, cromosomi, perché la causa di essa non va mai individuata e rimossa. La nuova patologia la chiamano “sindrome da stanchezza cronica”, il cui sintomo più importante è quello di una stanchezza che subentra anche dopo il minimo sforzo, e che non si riesce a recuperare nemmeno dopo un lungo sonno notturno. Che cosa farà lo scientificamente corretto? Ormai avete capito, fa depistaggio: va a cercare le modifiche genetiche corrispondenti e invece di considerarle come effetto di un condizionamento ambientale e alimentare dichiarerà che sono la causa e inizierà a lavorare affinché quella causa ambientale – alimentare produca sintomi ridotti o addirittura diversi da quelli che produce ora. Eccolo pronto il bravo scienziato, William Reeves dell'Università di Wichita, Usa, che su “Pharmacogenomics” annuncia, intanto che la stanchezza cronica è ereditaria, poi indica la sequenza alterata dei cinque geni che consentono al corpo di recuperare le energie dopo uno sforzo (Suzanne D. Vernon and William C. Reeves. "The challenge of integrating disparate high – content data: epidemiological, clinical and laboratory data collected during an in – hospital study of chronic fatigue syndrome. “Pharmacogenomics” 2006;7:354 – 354). Per esperienza diretta di vari casi e per studio (forse un giorno mi deciderò a pubblicare la dissertazione ematologica che ho dedicato a questo argomento e che ho fatto conoscere a qualche amico medico) posso dire che il tra il 70 e il 90% dei casi la SSC è un problema di tipo ematologico e a livello di questa branca della medicina si è compiuto uno dei depistaggi e mistificazioni più insidiosi verso l'uomo contemporaneo. Premettiamo che circa 40 anni fa i criteri per definire l'anemia erano diversi da quelli odierni. Infatti un uomo adulto era ritenuto normale quando avesse avuto 16 di emoglobina e un volume globulare intorno a 85 – 90. Oggi invece si ritiene normale un uomo adulto che abbia 13 di emoglobina e un volume globulare da 78; un simile caso 40 anni fa sarebbe stato dichiarato anemico. L'ematologo odierno se hai 16 di emoglobina ti chiede se sei fumatore, perché gli risulta che hai l'emoglobina troppo alta. Se hai 13 e gli chiedi se puoi fare la maratona e donare il sangue ti risponde: ma certo! Quello di 40 anni fa direbbe: lei è impazzito, se solo mi chiede queste cose! Che cosa è accaduto? Semplice: di mezzo c'è l'avvento della medicina dei trapianti, quella che esige fiumi di sangue per i propri interventi. Come fare per trovare tutto questo sangue? Basta abbassare sempre più il limite ematologico sotto il quale le persone sono ritenute anemiche e impossibilitate a donare il sangue. A questo punto si può anche andare nelle scuole, dove ragazzi in tenera età, si e no maggiorenni, sono inclusi nel parco donatori, coi vantaggi che vi dirò per la loro salute. Un uomo con una emoglobina compresa tra 13 e 15 e un volume globulare tra 78 e 85 può anche rientrare in una normalità di parametro clinico, ma con la sua normalità potrebbe non esser in regola, cioè lui si sente bene e lavora sodo quando ha 16,5 di emoglobina e 90 di volume globulare, perché solo a queste condizioni ha ferro sufficiente nel fegato nella milza e nei muscoli. Se io lo faccio donatore e gli porto l'emoglobina a 14 e il volume a 83 accadrà una cosa per l'organismo molto ovvia, ma troppo difficile da comprendere per la maggior parte degli ematologi. Essendo per l'organismo più importante la funzione respiratoria di quella motoria, avrà più cura che il ferro sia nel sangue o nei muscoli, milza e fegato? Il ferro che ha a disposizione l'organismo lo dedica maggiormente al sangue che ai muscoli, perciò inizia a drenarlo da milza fegato e muscoli per portare l'emoglobina almeno a 15,5 e il volume globulare a 87. Che è accaduto? Che questo individuo ha una carenza di ferro senza anemia. Si sente stanco, non riesce più a fare la solita attività sportiva, dopo una faticata non recupera, e così dopo l'attività sessuale; ha meno appetito e digerisce male; ecc. E infatti se andate a vedere le analisi una piccola spia che qualcosa non va a livello ematologico la trovate nell'indice di deformazione globulare un po' alto (sopra a 13) e nei globuli bianchi un po' alti (intorno a 7x10^). Tutti parametri che rientrano nella normalità clinica, ma la cui lieve alterazione indica che se le cose nel sangue sono abbastanza contenute e messe a posto, però nella milza, muscoli e fegato le cose non vanno bene. Questa patologia, carenza di ferro senza anemia, agli inizi del Novecento era conosciuta dai medici e aveva un nome, cioè “clorosi”. Ora è totalmente sparita dai testi di ematologia e se dite a un ematologo che si può avere carenza di ferro senza anemia e che questa condizione può dare sintomi gravemente invalidanti, come io ho potuto constatare, quello si mette a ridere. Se gli portate un tale paziente, dopo aver guardato le analisi, lui vi dirà o che è affetto da una patologia psichiatrica (depressione), oppure che è affetto da una nuova malattia: la Sindrome da Stanchezza Cronica. Infatti il suo ematocrito è perfetto in tutti i valori. Questa patologia, o meglio difetto, perché non si tratta di vera patologia, anche se la forma acuta e cronica vi può condurre, è strategica per l'élite che domina l'Occidente, infatti mantiene le persone in uno stato di malattia cronica pressochè tutta la vita e si manifesta con un corteo sintomatologico estremamente soggettivo e variegato, cosa che aumenta enormemente la sua già difficile individuazione: si va dalla stanchezza cronica, alla eiaculazione precoce, dalla gastrite – ulcera alle vene varicose, dall'ansia alla pelle secca, dalla perdita di capelli alla eccessiva magrezza, dalla tachicardia alla anoressia, dalla stitichezza cronica a strani dolori alla regione del fegato, transaminasi alte, ecc, ecc. Tutti questi disturbi, apparentemente sconnessi, nel contesto della medicina occidentale, che si guarda bene dall'individuare e rimuovere la causa della malattia, ricevono ciascuno un trattamento separato e ovviamente palliativo, ma riescono a sostenere un business farmaceutico pari o addirittura superiore al cancro. Rivelare che basterebbe somministrare qualche scatola di integratore di ferro, per la spesa complessiva di 15 euro è assolutamente proibito, capite (dire poi che basterebbe infilare una notte7 chiodi di ferro in una mela e mangiarla il giorno dopo, per la spesa di 2 euro è roba da provocare le crisi isteriche alla maggior parte degli ematologi occidentali). Quindi starei dicendo che non bisognerebbe donare? Quelli che si sono posti dall'inizio del paragrafo subito questa domanda li pregherei di lasciare questo blog. Agli altri dico che non tutti potrebbero donare, non così indiscriminatamente. Lo può fare chi ha una assimilazione del ferro molto efficace, con un blocco intestinale non severo (il Fe è assimilato in maniera molto lenta e prudente nell'intestino, dove il minerale viene chelato), mentre chi ha un blocco intestinale elevato e impiega mesi e mesi per ripristinare il Fe depleto non lo dovrebbe fare, perché va in clorosi cronica. Mentre chi dona dovrebbe assumere integratori. Ma non mi risulta che vengano date tali raccomandazioni, oggi nemmeno più alle donne incinte, con conseguente impressionante impennata delle depressioni post partum, che la medicina occidentale raccomanda di curare con psicofarmaci. Il risultato è l'impressionante numero di infanticidi e suicidi. Nelle scuole stuoli di insegnanti e operatori asl, esperti, raccomandano indiscriminatamente di donare, perché non ci sarebbero controindicazioni, ma qui usciamo dal tema della sindrome da stanchezza cronica per entrare nella “sindrome da stupidità cronica”.
XIV. La stragrande maggioranza di quelli che insegnano nelle scuole, di ogni ordine e grado, sono afflitti da quest'ultima sindrome. Essi contribuiscono involontariamente a occultare il compito esoterico della medicina occidentale (che è quello di portare l'umanità a estrema degenerazione), mediante affermazioni prive di fondamento, tipo: oggi si vive più a lungo e meglio grazie alla medicina, soprattutto mediante vaccini e antibiotici. Contro la stupidità di questo luogo comune vi porto alcuni dati, presi soprattutto dall'ambito filosofico, che è il campo da cui provengo. Pirrone di Elide è vissuto 90 anni; Democrito 106; Gorgia 108 e come il precedente in perfetta salute, senza badanti vaccini o antibiotici; Protagora 90, quando la nave su cui viaggiava affondò; Senofane 91; Talete 90; Platone mi pare più che 80; Dante dice che i 35 anni sono il mezzo del cammin di nostra vita, significando che nel medioevo si vive mediamente 70 anni; Newton 85, Kant 79; Goethe 83. Se questi numeri li mettete a media con l'alta mortalità infantile, presente in epoche in cui per l'infanzia non c'era il riguardo di oggi, oppure con i 25 anni di vita di chi moriva in battaglia, allora avete che la vita media ad Atene è di 28 anni. Ma queste sono stupidaggini. Quanto a qualità della vita dico questo: Socrate, condannato a morte a 70 anni, ha praticato fino all'ultimo la danza egizia, mentre da noi i settantenni hanno già la badante. Leonida quando combatté alle Termopili per un numero impressionante di ore, affrontando circa 80 combattimenti, aveva 60 anni. Guglielmo di Rubruck, il francescano mandato nel 1253 da Luigi IX presso i Mongoli, per un viaggio di 6000 km, gran parte fatto a piedi e scalzo, quando partì aveva 60 anni. Un uomo del Quattrocento combatteva con indosso una armatura di 37 kg, più la spada, arrivava a 40; provate a mettere 40 kg addosso ad un uomo di oggi e chiedetegli di muoversi a lungo e velocemente, come quando si combatte, vedete che accade. I nostri nonni agli inizi del Novecento non avevano il crick per alzare i carri, ma non perché non sapessero inventarlo, bensì perché avevano tanta forza che se si rompeva una ruota del carro con sopra 5 quintali di grano, sapevano alzarlo da soli e metterci un asse sotto. Non avevano tecnologia perché non ne avevano bisogno. Noi per portare un secchietto di legna da ardere in mansarda usiamo il tiro elettrico, i nostri nonni quando portavano il grano sulle ripide scale del granaio tenevano sotto ciascun braccio un sacco da 50 kg e bevevano 40 bicchieri di vino al giorno. Quando ero ragazzo le sacche di cemento dei muratori erano di 50 kg, perché anche per un ragazzo che l'estate va a lavorare coi muratori per pagarsi gli studi o qualche svago, maneggiare mezzo quintale è una cosa normale e media. Le sacchette di cemento odierno sono da 25 kg! Oggi la medicina raccomanda all'uomo delle città di fare 20 minuti di passettini al giorno per mantenersi in buona salute (meglio se in comode pantofole e accompagnati da qualche badante),mentre la passeggiata quotidiana di un Manzoni oscillava tra i 20 e i 40 km, uomo questo cresciuto senza i benefici della medicina occidentale contemporanea. Se parlate con qualche badante anziana proveniente dal Sud America rurale, vi dice che da loro gli anziani non hanno bisogno di assistenza come in Europa; fino all'ultimo i vecchi sono autosufficienti. Michelangelo, morto intorno agli 80, ha scolpito (l'ultima Pietà) fino ad una settimana prima di morire. Se parlate con un 80enne, egli vi concederà che oggi ci sono tante medicine, dialisi, supporti medicali, tecnologie raffinatissime, ma alla fine vi dirà: “ma ai nostri tempi non c'erano tutte le malattie che ci sono oggi!”. Chi è evoluto e sviluppato, chi ha mille medicine per mille malattie, oppure chi non ha bisogno affatto di medicine?
XV. Il prof . Maltoni è stato (mi pare è morto nel 2001) uno dei più insigni oncologi a livello mondiale, già presidente della Società Italiana per la prevenzione, diagnosi e terapia del tumore, direttore dell'Istituto Oncologico Addari del policlinico di Bologna, è riuscito a cogliere ed evidenziare il nesso che esiste tra l'incremento delle patologie neoplastiche ed il degrado ambientale. Vi riporto qui i passi più significativi di un suo articolo del 1986, del quale lui stesso, più di dieci anni dopo, ha sottolineato l'attualità, nonostante l'oncologia avesse già intrapreso la via della genetica (ma questo bravo medico e scienziato non s'è fatto incantare). Scrive Maltoni: “. . l'intervento più efficace nella strategia di controllo è il controllo stesso degli agenti cancerogeni ambientali (prevenzione primaria). I tumori rappresentano il problema più grave del nostro tempo. Di fatto il cancro è la prima causa di morte per singola malattia. Nei nostri contesti storici una persona su tre si ammala e una su quattro muore di cancro; il cancro è l'unica grande malattia in aumento. Un ammalato costa alla società 200 milioni lire l'anno. Si può dire che il cancro è l'indice biologico di un alterato rapporto uomo – ambiente, e che il problema del cancro è un tutt'uno con il problema dell'ambiente. Dal 1945 ad oggi si calcola che l'industria chimica ha sintetizzato circa 8 milioni di composti nuovi, cioè non esistenti in natura. Di questi, oltre 70 mila sono entrati nel ciclo industriale. La quantità prodotta di composti nuovi è sconcertante: ogni anno, per esempio, vengono immessi nel mercato 50 milioni di tonnellate di solventi clorurati, molte centinaia di migliaia di tonnellate di propellenti, ecc. Il 90 – 95% di tutti i tumori dipende fa fattori esogeni identificabili; l'aumento dei tumori è dovuto all'aumento potenziale cancerogeno ambientale. Indagini su emirati hanno dimostrato che quando abitanti di un paese o aree ad alto rischio per un dato tumore emigrano in paesi o in aree a basso rischio per lo stesso, l'incidenza nelle successive generazioni si attesta sui valori del paese o delle aree ospitanti. Ciò prova che le reazioni in eccesso sono dovute a fattori ambientali. Alti livelli di arsenico nell'acqua potabile in alcune aree del globo, determinano un aumento dell'incidenza di carcinomi cutanei che vive nelle stesse aree. Secondo un resoconto dell'Istituto Nazionale del cancro degli USA del 1984, nell'acqua da bere sarebbero presenti 1565 contaminanti, in larga misura artificiali, 117 dei quali accertati come cancerogeni. I nitrati usati come i fertilizzanti, una volta ingeriti, possono essere trasformati nel cavo orale e nello stomaco in nitriti e, in presenza di amine secondarie, dare origine a nistrosamine, (noti cancerogeni). Per quanto riguarda i pesticidi, numerosi di essi sono stati dimostrati cancerogeni e mutageni. Fra gli erbicidi, i clorofenoli sono risultati cancerogeni sull'animale da esperimento e lo sono, probabilmente, anche sull'uomo. Risultano cancerogeni sperimentali fra gli insetticidi: l'aldrin, l'aramite, il BHC, e lindano, il clorobenzinato, il DDT e sostanze associate, il mirex e il terpene; e fra i fungicidi, il quintozene, la tiourea. . I bifenili policlorurati. Per i mangimi vanno ricordati: i ceroidi e le bioproteine, risultati cancerogeni nelle trote e nei topi. Gli ormoni estrogeni usati negli allevamenti per accelerare la crescita corporea degli animali, sono risultati cancerogeni sia negli animali che nella specie umana. I dolcificanti artificiali, ciclamati e saccarina, sono risultati cancerogeni sull'animale da esperimento. Tra gli aromatizzanti sintetici: il safrolo, l'isosafrolo,sono stati sperimentalmente dimostrati cancerogeni. Oggi vengono prodotti numerosi aromatizzanti sintetici destinati all'alimentazione…. Coloranti: coloranti azoici idro e liposolubili sono stati impiegati per colorare bevande e cibi. Numerosi composti appartenenti a questa famiglia sono risultati cancerogeni sull'animale da esperimento…i nitriti, usati per conservare e “rinfrescare” le carni [servono a dare alla carne, altrimenti marrone, un colore rosso vivo]. Solventi: solventi clorurati sono usati nell'industria come estraenti . Fra questi il tricloetilene e il cloruro di metilene, impiegati nell'industria olearia e nella decaffeinizzazione del caffè, sono di recente stati dimostrati cancerogeni sull'animale da esperimento…Propellenti: idrocarburi insaturi clorurati e flouroclorocarburi, usati come propellenti, sono stati di recente dimostrati cancerogeni sull'animale da esperimento…. Dai contenitori plastici possono migrare, nelle bevande e cibi in essi contenuti, monomeri residui e altri materiali solubili usati nell'industria plastica…alcuni monomeri plastici, come il cloruro di vinile, l'acrinolitrile ed il cloruro di vinilidene che costituiscono la base di plastiche usate per contenitori di cibi e bevande, sono stati dimostrati cancerogeni per l'animale da esperimento, ed il cloruro di vinile anche per l'uomo è cancerogeno” Tratto da AA. VV. Atti del convegno di Nocera Umbra, sul tema cibo – ambiente e salute, 3,4,5 XI 1995, Pollenza di Macerata 1995,pp. 98 – 116). Ecc. Ma credo che sia sufficiente. E così, mentre il direttore dell' Istituto Europeo di Oncologia, Veronesi dice che la prevenzione primaria consiste nell'andarsi a fare screening continui, Maltoni e i medici dell'Isde (Associazione dei medici per l'ambiente, fondata da L. Tomatis) dicono che la prevenzione primaria è la bonifica ambientale e il controllo della polluzione chimica. Ma a questi niente notorietà, niente congressi a Miami Beach in Hotel a 5 stelle, niente finanziamenti particolari. E mentre Veronesi annuncia, con cadenza quinquennale, che con l'angiogenesi, con la post – genomica, con la proteomica tra poco sconfiggeremo il cancro (sono 50 anni che fa tali annunci), i medici dell'Isde a maggio 2010 hanno denunciato che sono in enorme crescita i tumori infantili, in Europa crescono al 1,2% annuo, in Italia addirittura al 2%, con un incremento del 3,2% nel primo anno di vita. Ciò, viene sottolineato dall'Isde a causa della continuamente crescente polluzione chimica ambientale e alimentare (si veda la monografia: ISDE Italia, Gestione dei rifiuti e rischi per la salute, Ediz. Medico Scientifiche, 2009).
XVI. Quando una madre in pena porta il proprio figlio dall'ematologo che sentenzia la leucemia e le dice che quella leucemia “è dovuta” (sic! che vorrà dire se non “è causata”?) a una modifica del gene della nucleofosmina (presente in un terzo delle leucemie mieloidi acute e detto NPM1), la poveretta, che ha avuto la fortuna di non andare all'università, e quindi sa ancora fare 2+2, chiede a cosa “è dovuta” questa modifica genetica, che ha portato il figlio in leucemia; nel senso che per i primi 8 anni di vita la modifica non c'era, ora come mai è comparsa? La poveretta va mentalmente in cerca di una causa esterna al corpo del suo bambino e sta pensando che negli ultimi due anni sono cambiate nella loro vita un paio di cose importanti: 1,sono andati ad abitare in un luogo a forte inquinamento elettromagnetico e 2, il bambino è da molto tempo diventato dipendente da caramelle e merendine al gusto di amarena, che consuma ogni giorno in quantità. Quei coloranti artificiali e quegli aromi chimici, oppure l'elettrosmog, potrebbero aver portato il bambino alla malattia, chiede la donna all'ematologo di recente premiato a Berkeley per i suoi studi sul NPM1? Anche perché nella sua semplicità la donna pensa che prima di ogni cura bisognerà individuare e rimuovere la causa. Che risposte le darà lo scienziato, esperto in ematologia, tra i dieci più citati nella letteratura medico – scientifica mondiale? Innanzitutto…. stringerà le spalle, facendo capire e dicendo alla signora che:”non ci sono studi che comprovino un rapporto causale tra questi fattori citati da lei e la malattia; vede signora, ci sono solo ipotesi non suffragate da sperimentazioni di laboratorio; tutte le ipotesi sono ammissibili e nessuna”. E qui lo scienziato che ha ricevuto la laurea honoris causa a Yale mentisce: gli studi ci sono solo che vanno cercati, specie quelli che sono stati rifiutati dalle riviste mediche più in vista. E' lo scienziato che deve cercarsi gli studi perché non saranno questi ad andare da lui. La signora, non ancora fattasi scoraggiare, torna a chiedere:”ma qualcosa deve essere accaduto di importante nella vita di mio figlio da condurlo alla malattia, e questo qualcosa non deve esser un fattore da poco, come tale può esser individuato, perché non si tratta di un piccolo foruncolo, ma di una leucemia, cioè uno sconvolgimento di tutto il tessuto ematico che per prodursi ha bisogno di qualcosa di grosso, e se è grosso deve esser individuabile, per poter esser rimosso!”. Ovviamente la signora non conosce e non ha raccolto le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (tenuta al guinzaglio dalla Fondazione Rockefeller), come invece fa l'ematologo; secondo la benemerita Organizzazione una corretta procedure medico – scientifica odierna non può prescindere dall'individuazione delle “componenti” geniche della malattia, senza le quali non sarebbe possibile formulare alcuna terapia. Perciò l'ematologo alza le sopracciglia e fa capire alla signora che lui con lei ha deciso di avere pazienza, perché capisce la sua situazione, nella quale è difficile essere lucidi. Quindi con tono pacato riprende il discorso: “vede signora, la scienza ha finalmente messo in evidenza la componente genetica di questa malattia, facendo fare alla medicina un passo in avanti importantissimo; noi oggi, unitamente alla chemioterapia, disponiamo di un farmaco che agisce sulle cause genetiche della malattia; se non interveniamo lì, cioè alla radice, suo figlio sarà sempre esposto a un qualche fattore ambientale scatenante, che noi non possiamo dire quale possa essere”. E così la signora, che in un primo momento aveva sapientemente pensato di cambiare casa e di smettere di dare aspartame, coloranti e aromi artificiali a suo figlio, desiste; dà fiducia alla scienza come l'ematologo internazionale le chiede di fare e sottopone fatalmente il figlio alla chemio unitamente a qualche farmaco biologico (notate il nome accattivante che gli hanno trovato) che dovrebbe agire o sul gene o sulle proteine anomale che determina. Quando la signora chiede se sia il caso o no di interrompere per suo figlio quelle caramelle e merendine, lo scienziato con tono bonario e con un sorriso risponde: “non credo proprio signora che sia questo ad arrecare del male a suo figlio, anzi che lui abbia in questo momento delle gratificazioni può esser importante, anche dal punto di vista clinico, dato che la serenità psicologica gli consentirà di esser più forte quando dovrà affrontare le cure. Quanto a i tralicci signora, le assicuro che io ci vivo vicino da 30 anni e non abbiamo mai avuto problemi”. E così il bambino non ha più neppure sua madre e il suo buon istinto dalla sua parte; ora è solo e spacciato. Sapete come finirà. Ma questo non incrinerà la fama dello scienziato, che quest'anno terrà un corso di oncologia ematologica nientemeno che ad Harvard. Il tipo ovviamente non è un criminale, ma è solo un immaturo un po' furbacchione che ha fiutato in che direzione si fanno soldi, carriera e notorietà; ride a trentasei denti per la foto sul giornale, dove c'è scritto che con le sue scoperte ha dato un grande aiuto all'umanità. In realtà sta perpetrando crimini contro l'umanità e lui stesso, spesso ne è vittima.
Questi sono i drammi individuali, mentre sul piano collettivo abbiamo comportamenti improntati alla stupidità inconsapevolmente autolesiva: ogni anno le asl dispongono le irrorazioni chimiche dei centri abitati per tutelare la popolazione dalle punturine di zanzara, che per quanto tigre, sempre zanzara resta, non ha mai portato nessuno a invalidità; le società stradali per eliminare le erbacce dai margini della strada, da quest'anno, in Italia hanno pensato bene di ricorrere al diserbante “glifosato”; migliaia e migliaia di chilometri di strade ricevono tonnellate e tonnellate di diserbante, senza che le asl facciano minima obiezione (mentre ne fanno quando qualcuno sparge letame per i campi), con beneficio, capite, di orti, giardini, animali domestici e selvatici, falde acquifere,ecc. ; pressoché tutto il grano prodotto in Italia è trattato con diserbanti; le acque degli acquedotti pubblici sono sistematicamente trattate con cloro, noto cancerogeno; per non parlare delle attuali tecniche di conservazione dei cibi, che vanno dalla irradiazione al cobalto sino all'utilizzo dei pericolosi sequestreni, ecc. Questo io chiamo “politica del cancro” ai danni di una popolazione inconsapevole, oppure “guerra occulta, a bassa intensità, ai danni dei popoli”. E tutto questo con la complicità di una classe medica ignorante, collaborazionista, a volte corrotta, che ha perfino ricusato la fedeltà alla vita abiurando al Giuramento di Ippocrate.
Dico “corrotta” e faccio un paio di esempi. Coi finanziamenti della potentissima in Italia lobby delle industrie delle acque minerali sono riusciti a far passare come raccomandazione medica oramai universale che bere due litri di acqua al giorno farebbe bene alla salute (e sparite tutte le fontane dal nostro territorio, non è difficile indovinare di quale acqua si tratta e con che giro d'affari, se davvero 50. 000. 000 di italiani lo facessero tutti). D'estate la cosa non è grave, ma bere d'inverno, senza avere sete, tutta quell'acqua lì fa davvero male; e infatti il soggetto dopo un po' di settimane comincia ad avere crampi ai polpacci e l'iperacidità gastrica. E anche qui, che risorsa! Nessuna individuazione e rimozione della causa, ma prescrizione del “Polase” per i crampi (che non passano), e del “Maalox” per l'acidità di stomaco. La Nestlè ha finanziato istituti di ricerca e università per far dire e ripetere dai medici che il cioccolato fa benissimo: sarebbe antidepressivo, ottimo nutriente e conterrebbe quegli antiossidanti che servirebbero a prevenire il cancro. La maggior parte della gente abbocca a questa propaganda e si ritrova inguaiata: soprattutto le donne e i bambini sviluppano una dipendenza da cioccolato, con sbalzi d'umore e notevole riduzione dell'appetito (cosa che nei bambini è grave). Se un tipo che mangia 400 grammi di cioccolato al dì si presenta dal medico, dicendo che ha nausea e forte mal di testa non è previsto dai protocolli che venga fatta una ricognizione del suo stile di vita, individuata e rimossa la causa, ma gli si rifila l'”Aulin” e lo si manda a casa.
XVII. La banda di criminali che tiene le fila della medicina occidentale ha operato il depistaggio genetico della medicina, rendendola impotente, perché tratta l'effetto come se fosse causa. In questo modo si occulta il rapporto malattia e cibo – ambiente e si consente il mantenimento di questo modello economico devastante, un habitat degradato, con effetti maltusiani notevoli. A queste masse umane si sta cercando oggi di dare a credere che la sede e la causa delle malattie sia nei geni. Per ora si parla di “geni associati a questa o quella malattia”, oppure si dice nel linguaggio scientifico che “questa o quella malattia ha in questo cromosoma uno dei suoi loci”, ma la tendenza è di arrivare progressivamente a dire tout court che la causa della malattia è nei geni. A questi verrà imposta la prima parte della teoria darwiniana: anche i geni subiscono piccole mutazioni, molte delle quali invece di portare evoluzione porterebbero malattia, in barba al principio della omeostasi genetica, che è il principio fondamentale e poco ricordato della genetica: il Dna è una struttura estremamente conservativa, che esclude proprio ciò che questi cripto darwinisti vorrebbero attribuirgli: la variazione. In questo modo il rapporto ambiente inquinato e malattia è occultato. La medicina curerebbe agendo lì. Dichiara raggiante alla stampa lo scozzese Iain Mattaj, direttore generale del prestigioso Laboratorio Europeo di Biologia molecolare di Heidelberg, il più importante centro di ricerca sulle biomedicine in Europa, a cui collaborano molti paesi, tra i quali l'Italia: “La medicina molecolare è il campo delle scienze della vita che studia la base molecolare delle malattie ed esamina le cure dal punto di vista genetico. Questo è il futuro della medicina” (La Nazione 18 V 2010). Trastuzumab, imatinib,gefitinib, erlotinib… ecco i nomi dei nuovi farmaci “biologici”, come vengono definiti, i quali hanno lo stesso compito del valium e degli antibiotici negli stalloni di allevamento dei maiali. Sono farmaci che devono aiutare i poveri animali a sopportare meglio l'atroce condizione in cui sono costretti. Continue infezioni da sovraffollamento ed esasperata aggressività dovuta alla ristrettezza degli spazi al non potere fare una corsa risanante e liberatoria. I farmaci biologici, dunque, come valium e antibiotici per maiali devono aiutare l'uomo, ridotto in cattività nelle megalopoli da milioni e milioni di abitanti, a sopportare la situazione innaturale e inquinata in cui vivono, a sopportare meglio gli effetti negativi del cibo spazzatura intossicante. Tutti questi veleni agiscono sui geni, provocando qui effetti micro, che i geni poi traducono in sintomatologie macro. La medicina genomica coi suoi farmaci biologici chiede e impone a questi geni di lavorare meno, di tradurre meno, in modo che gli effetti devastanti che questo habitat provoca sull'uomo contemporaneo siano a livello macro meno visibili, meno evidenti, in modo che il drammatico e gigantesco problema del rapporto causale ambiente degradato e malattia passi sotto silenzio, in modo che nessuno lo denunci, in modo che appaia un problema tutto sommato marginale. In questo modo il processo di degenerazione dell'uomo contemporaneo procede sinistro, manifestandosi su altri piani, fino alla produzione di un gigantesco tumore che penosamente galleggia su malferme gambe a X, oramai impossibilitato perfino di correre, incapace di godere perfino di questo piccolo assaggio di libertà, ultimo
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