giovedì 29 gennaio 2009
Non tutto ciò che è Veg è commestibile
Non tutti i prodotti che ci offre la natura sono diretti al nostro consumo alimentare. Questa affermazione può sembrare un 'ovvietà ma non è poi così semplice capire quando un cibo sebbene naturale sia adatto a noi.
Di solito quando una persona si definisce vegana, si pensa che che essa non cibandosi di prodotti animali e derivati da essa quantomeno si nutra di tutto ciò che la natura offra. Ebbene se è così allora è giusto specificare che questa etichetta come tutte le etichette risulterà limitativa nei confronti di chi ha preso a cuore la propria vita e quella della Natura stessa.
Diciamo che in un'alimentazione Naturale sana e vegetariana non per forza vi deve essere spazio libero al consumo di ogni vegetale.
Così come secondo i principi di Ippocrate una medicina da subito deve "non nuocere" così anche il cibo, la nostra prima medicina oltre che a nutrire non deve arrecarci nessun danno.
Spostandoci da un'alimentazione "scorretta" che non nutre ma che toglie la fame, ad una più equilibrata che ci nutre senza danneggiarci, dovremo pian pianino con l'aiuto fondamentale della nostro corpo , " un medico di tre milioni di anni " (1), sensibilizzare ed affinare le nostre capacità di saper riconoscere il cibo vegetale adatto.
Spesso per promuovere il consuma di frutta e ortaggi si lancia lo spot del "mangiare colorato", indubbiamente una iniziativa positiva per spingere al consumo di prodotti vegetali che però deve essere trattata con la giusta profondità per non cadere in altri errori.
Dicevamo che il cibo non dovrebbe nuocere come prima cosa, così sicuramente, o quasi...(in questo mondo ormai tutto è "normale"), a nessuno verrebbe in mente di prepararsi una bella insalata di foglie di tabacco e condirla con succo di belladonna.
Infatti probabilmente rischierebbe di passare al "creatore".
Spesso ci vengono pubblicizzati cibi vegetali ricchi di vitamine particolari utili a seconda del caso a mantenerci belli e sani...bene vi dico che anche in una foglia di tabacco vi sono vitamine utili al nostro organismo, eppure sarebbe un azzardo cibarsene.
SOLANACEE
Famiglia di piante prevalentemente erbacee, comprendente circa 90 generi e 2000 specie, molte delle quali orticole e da giardino, come il pomodoro, la petunia, il tabacco, l’alchechengi, il peperoncino ornamentale, e molte piante velenose. La famiglia è rappresentata in tutte le regioni tropicali e temperate del mondo.
La maggior parte delle solanacee hanno portamento erbaceo; meno frequenti sono le specie legnose, soprattutto quelle arboree. Molte sono caratterizzate da abbondanti peli; le foglie possono essere semplici o composte; i fiori, spesso molto appariscenti o riuniti in infiorescenze, hanno cinque sepali, cinque petali, cinque stami e un unico pistillo. I tipi di frutti più frequenti sono la bacca e la capsula.
Le solanacee velenose contengono tre tipi principali di alcaloidi: il tropano, presente nella belladonna, nella datura e nel giusquiamo nero; la piridina, nel tabacco; e gli steroidi, che si trovano in alcune specie del genere Solanum.
Al genere Solanum appartengono alcune tra le specie di maggiore importanza economica: il pomodoro (Solanum lycopersicum), la patata (Solanum tuberosum) e la melanzana (Solanum melongena). Un altro ortaggio della famiglia, comune in tutte le regioni temperate del mondo, è il peperone (Capsicum annuum). Pure di grande importanza economica è il tabacco (Nicotiana tabacum), le cui foglie seccate e opportunamente lavorate vengono fumate. Alcune delle solanacee apprezzate per il loro valore ornamentale sono la petunia (genere Petunia) e l’alchechengi (Physalis franchetii).(2)
Classificazione scientifica: Le solanacee costituiscono una famiglia dell’ordine delle solanali, classe dicotiledoni, divisione angiosperme.
Gli Alcaloidi
Composti chimici debolmente alcalini e contenenti azoto, caratterizzati da moderata complessità molecolare; hanno prevalentemente origine vegetale e sono presenti soprattutto nelle piante dicotiledoni.
Si conoscono circa 3000 alcaloidi, il più semplice dei quali è la coniina (2-propilpiperidina), ottenuta per via sintetica nel 1886 e nota come cicutina. È un composto chimico di formula bruta C5H10NC3H7, estremamente tossico: meno di 0,2 g risultano letali per l'uomo. Ottenuta dai semi della cicuta, fu forse il potente veleno usato da Socrate.
Tutti gli alcaloidi producono effetti fisiologici sul corpo e alcuni di essi sono perciò utilizzati in medicina: ad esempio l'atropina, estratta dalla belladonna, provoca la dilatazione delle pupille; la morfina è un antidolorifico; il chinino è il rimedio specifico per la malaria; la nicotina è un potente insetticida; la reserpina è un valido tranquillante. (3)
Un po' di storia sul Pomodoro
L'origine della pianta del pomodoro sembra essere l'America del Sud, in particolare Cile ed Ecuador, dove vive come pianta selvatica per effetto del clima tropicale e riesce a dare frutti durante tutto l'anno, mentre nelle regioni Europee, se coltivata all'aperto, ha un ciclo stagionale limitato al periodo estivo. Da qui in seguito si diffuse anche in America Centrale e a farla conoscere in Europa furono gli Spagnoli nel XVI secolo. La coltivazione della pianta del pomodoro era già diffusa in età precolombiana e venivano utilizzate solo come piante ornamentali. Come noi oggi usiamo i fiori, quelle piante che oggi troviamo negli orti una volta si trovavano nei giardini. La scelta non fu condizionata dalla sua particolare bellezza: il pomodoro veniva considerato una pianta velenosa a causa del suo alto contenuto di solanina, sostanza considerata a quell'epoca dannosa per l'uomo, pertanto inutilizzata in cucina. Già nel 1544 l'erborista Italiano Pietro Mattioli classificò la pianta del pomodoro fra le specie velenose.
Non è chiaro in quale luogo ed in quale periodo il pomodoro da pianta ornamentale e velenosa, circondata da leggende popolari, improvvisamente sia diventata per gli Europei pianta commestibile. Da notare che nemmeno gli abitanti dell'America del Sud mangiavano i frutti della pianta. Anche gli Europei l'hanno conosciuta come pianta ornamentale e così l'hanno utilizzata nei primi anni. In Francia era consuetudine, da parte degli uomini, di fare omaggio di una piantina di pomodoro alle dame, come gesto d'amore. Dall'Europa, o forse più precisamente dalla Spagna, la pianta del pomodoro approdò in Marocco, trovando un clima ideale, e da li si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. (4)
Per concludere.
Abbiamo messo su un po' di elementi che adesso proveremo a mettere insieme ed ad approfondire. A quanto pare la citazione di sopra sulla storia del pomodoro ci parla di pianta ornamentale ritenuta velenosa e neppure consumata dalle popolazioni locali, perchè? Gli antichi popoli dell' America centrale e del sud, abbiamo imparato quanto fossero popoli saggi è depositari di grandi conoscenze umane ma anche scientifiche, inutile ricordare i calendari Maya del quale oggi facciamo tutti un gran parlare. Inoltre con un po' di intuizione e di logica non sarebbe un azzardo capire che probabilmente queste popolazioni si cibassero per lo più di cibi vegetali e non di carne. Infatti il mistero di come la pianta del pomodoro sia passata da comune pianta ornamentale velenosa a pianta alimentare sovra-diffusa oggi sulla nostra tavola sarebbe a mio avviso da spiegare nel fatto che i colonizzatori soprattutto spagnoli essendo carnivori non subivano gli effetti collaterali di tale cibo così come le popolazioni locali prettamente vegetariane.
Non possiamo escludere che probabilmente i locali amerindi diedero volontariamente questo cibo ai conquistatori con il preciso scopo di avvelenarli...
Oggi così le solonacee e il pomodoro in genere non solo sono entrate sulle nostre tavole ma la fanno da padrone e guai a metterne in dubbio le meravigliose virtù.
Per coloro che affrontano la vita sobbarcandosi l'immenso ostacolo di un'alimentazione carnivora,industriale e chimica probabilmente non sarà certo un semplice sugo a rappresentare un problema, ma per chi ha voluto raffinare e scegliere il proprio cibo, comprendere le caratteristiche di tale piante è fondamentale.
Ricordiamo anche che oggi il pomodoro è una delle piante più modificate che ci sia in commercio.
Anche da un punto di vista agricolo, coltivare solonacee a lungo priva il terreno di importanti risorse minerali e in poche parole lo impoverisce.
Tutte queste piccole informazioni dovrebbero far riflettere un pochino sull'effettiva bontà di tale pianta.
Volendo dare delle deroghe, possiamo, comprendendo le specifiche caratteristiche di queste piante, lavorarle in modo che ci arrechino minor danno possibile, qual' ora fossimo ancora legati ad impulsi di gola non interiorizzati e trascesi.
Pe esempio inserire qualche fetta di pomodoro in una insalata verde ricca di molte varietà diverse, in Sicilia a Luglio sotto un sole cocente e dopo averle ben salate con abbondante sale marino integrale andrebbe in qualche modo ad equilibrare la notevole acidità del prodotto. Una deroga sarebbe comunque da intendersi come eccezione e mai in altri modi a meno che, un individuo dotato di piena salute e molto cosciente del proprio corpo, non voglia prestarsi a indagine consapevole sull'effettiva conseguenza del nutrirsi di solanacee su se stesso.
FRUTTA ESOTICA
Altra grande tendenza dell'odierna globalizzazione è l'ingorda e voluttuosa richiesta di cibi esotici di ogni cibo.
Il cibo diventa cibo da commercio e non da nutrimento.
Il fatto che la Natura nella sua miliardaria esperienza non faccia crescere banane in Piemonte dovrebbe farci capire che forse le banane non sono adatte alla terra e al clima del Piemonte e di conseguenza alle persone che vi abitano. Invece hanno una ragione di crescere in altri territori dove le caratteristiche climatiche richiedono particolari frutti per bilanciare sempre ed equilibrare l'uomo che vivendo in quei luoghi le sceglierà come nutrimento.
Per gli amanti delle banane sempre come eccezione alla sana regola è consigliabile pestarle con una forchetta e aggiungere il succo di almeno un limone.
(1): (citazione di Angelo Cardamone)
(2): http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981533594/Solanacee.html
(3): http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761561181/Alcaloidi.html
(4): http://www.diwinetaste.com/dwt/it2004027.php
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