L'impermanenza, la sofferenza e l'assenza di un IO, sono le tre caratteristiche essenziali nell'insegnamento del Buddha. Se conoscete Anicca ( l'impermanenza di ogni fenomeno fisico e mentale), nel modo giusto, conoscerete anche dukkha ( la presenza della sofferenza e la sua origine) come il suo corollario e anatta ( la realizzazione dell'assenza di un Io ) come la verità ultima. Occorre un po' di tempo per arrivare a capire unitamente tutte queste tre verità.
L'impermanenza ( anicca) è naturalmente il fattore principale che deve essere sperimentato e compreso attraverso la pratica ( vipassana). Per comprendere l'impermanenza e cioè la natura mutevole di ogni fenomeno fisico e mentale, si deve seguire scrupolosamente e diligentemente il Nobile Ottuplice Sentiero che è diviso nei tre gruppi di sila, samadhi e panna, cioè moralità, concentrazione e saggezza.
Sila, o vita virtuosa è la base per samadhi, cioè il controllo della mente fino alla concentrazione. Slo quando vi è una buona concentrazione si può sviluppare la saggezza derivante dalla comprensione profonda e oggettiva della realtà.
Prima di cominciare la via della meditazione occorre farsi forti in sila, ovverò portare la moralità al centro della nostra vita.
Ci si impegna a non uccidere (anche a tavola) , a non rubare ( anche a tavola ) , a non tenere un comportamento sessuale scorretto, a non mentire e a non fare uso di sostenze che possano alterare la nostra percezione ( alcool, droghe ecc ).
Consumare cibo animale equivale a uccidere e consumare cibo di derivazione animale equivale a rubare/prevaricare un essere vivente che altrimenti di sua iniziativa, non avrebbe mai donato il suo latte, le sue uova.
Astendendo da queste azioni si permette alla mente di calmarsi quanto basta per affrontare il lavoro del meditatore.
Il passo successivo sarò quello di sviluppare una padronanza sulla nostra mente irrequieta; bisogna essere svegli per essere padroni di se stessi.
L'impermanenza ( anicca) è naturalmente il fattore principale che deve essere sperimentato e compreso attraverso la pratica ( vipassana). Per comprendere l'impermanenza e cioè la natura mutevole di ogni fenomeno fisico e mentale, si deve seguire scrupolosamente e diligentemente il Nobile Ottuplice Sentiero che è diviso nei tre gruppi di sila, samadhi e panna, cioè moralità, concentrazione e saggezza.
Sila, o vita virtuosa è la base per samadhi, cioè il controllo della mente fino alla concentrazione. Slo quando vi è una buona concentrazione si può sviluppare la saggezza derivante dalla comprensione profonda e oggettiva della realtà.
Prima di cominciare la via della meditazione occorre farsi forti in sila, ovverò portare la moralità al centro della nostra vita.
Ci si impegna a non uccidere (anche a tavola) , a non rubare ( anche a tavola ) , a non tenere un comportamento sessuale scorretto, a non mentire e a non fare uso di sostenze che possano alterare la nostra percezione ( alcool, droghe ecc ).
Consumare cibo animale equivale a uccidere e consumare cibo di derivazione animale equivale a rubare/prevaricare un essere vivente che altrimenti di sua iniziativa, non avrebbe mai donato il suo latte, le sue uova.
Astendendo da queste azioni si permette alla mente di calmarsi quanto basta per affrontare il lavoro del meditatore.
Il passo successivo sarò quello di sviluppare una padronanza sulla nostra mente irrequieta; bisogna essere svegli per essere padroni di se stessi.
Ritrovare queste cose, mi commuove, grazie iniziato!
RispondiEliminaBellissimo post!
Cristina
Grazie a te Jane! a presto!
RispondiEliminaun aforisma Zen per la meditazione:
RispondiEliminaSe, mentre fate qualcosa,fissate con fiducia la mente aull'attività, la qualità del vostro stato mentale é l'attività stessa. Quando siete concentrati sulla qualità del vostro essere, siete pronti per l'attività.
Da quì ha inizio la mia pratica quotidiana...giò
che a quanto detto si trasformerebbe in una presenza costante di se stessi.
RispondiEliminaottimo risulatato!