lunedì 2 marzo 2009
Il medico
Il medico è il professionista che si occupa della salute umana, prevenendo, diagnosticando e curando le malattie.
Tutte le fasi dell'attività medica devono essere sottoposte al consenso informato da parte del paziente, salvo quando questi, per la sua situazione, corra immediato pericolo di vita e non sia in grado di esprimerlo.
In Italia, il Medico è il laureato in Medicina e Chirurgia che abbia inoltre conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione da parte del proprio ordine professionale, attraverso il superamento di un apposito esame di Stato.
In altre nazioni europee non costituisce un titolo ma la semplice descrizione di un mestiere allo stesso modo dei termini, naturopata, operatore sanitario, heilpratiker, insegnante, docente, ecc.
In Italia poi, a differenza di altri paesi...chissa' perche' ?...., compie un reato chi si definisce medico senza il possesso dei requisiti richiesti in ordine alla laurea e all'abilitazione.....la Casta dei medici italiana, evidentemente vuole avere l'imprimatur e l'assoluta esclusiva in materia di salute e malattia......
In Svizzera, ad esempio, ci si può autodefinire "Medico naturista NVS" senza aver mai frequentato l'università.
Italy: Risponde del delitto di omicidio colposo il medico (anche i vaccini sono farmaci) il quale prescriva dei farmaci capaci di incidere sul normale metabolismo, senza sottoporre il paziente ad adeguati esami ematochimici prima e durante la somministrazione, se l'assunzione dei farmaci suddetti abbia causato la morte del paziente.
Cassazione Penale, sez. IV, 28 maggio 2003, n. 35603
Ecco cosa afferma il dott. F. Franchi:
"Il più grande ostacolo al progresso della scienza è il monopolio che ne fanno gli esperti, tra i quali si crea una rete (il cosiddetto establishment) che controlla i fondi per la ricerca, le pubblicazioni, gli incarichi accademici, le royalities per i test ed i farmaci, e mira a mantenere la sua posizione dominante di successo evitando per quanto possibile che altre idee, altre soluzioni, altre teorie possano filtrare scalzando le loro. La censura c’è, e mentre una volta i "dissidenti" venivano fisicamente eliminati, oggigiorno lo stesso effetto viene ottenuto escludendoli dal circuito scientifico e mediatico che conta. Viene incoraggiata la raccolta di dati, una massa di dati sempre crescente, mentre scoraggiata è la loro elaborazione critica".
Tratto da: http://www.dissensomedico.it
2009 - 15 Gen. - Provocano più vittime degli incidenti stradali, dell'infarto e di molti tumori.
In Italia le cifre degli errori commessi dai medici o causati dalla cattiva organizzazione dei servizi sanitari sono da bollettino di guerra: tra 14 mila (secondo l'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri) e i 50 mila decessi all'anno, secondo Assinform. Il che significa circa 80-90 morti al giorno (il 50% dei quali evitabile), 320 mila le persone danneggiate.
E con costi pari all'1% del pil: 10 miliardi di euro l'anno. A fornire le cifre è l'Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom).
La corporazione medica è diventata una grave minaccia per la salute.
L’effetto inabilitante prodotto dalla gestione professionale della medicina ha raggiunto le proporzioni di una epidemia. La sofferenza, le disfunzioni, l’invalidità e l’angoscia conseguenti all’intervento della tecnica medica, fanno della medicina una delle epidemie più dilaganti del nostro tempo. La mia tesi è che il profano e non il medico ha potere effettivo per arrestare l’epidemia da medicinali e cure mediche. Solo un programma politico diretto a limitare la gestione professionale della sanità, può permettere alla gente di recuperare la propria capacità di salvaguardarsi la salute, e che tale programma è parte integrante di una critica e limitazione sociale del modo di produzione industriale.
By Ivan Illich – “Nemesi Medica” – Re-Macro edizioni, Como
In molti paesi del terzo monto il 10% dei bambini vaccinati per la rosolia, muore per effetto del vaccino ! By Milton Silverman, Philip Lee e Mia Lydecker, in “Prescriptions for death. The drugging of the third world” –
Tratto da L’Europeo n. 48 del 25/11/1988
Gli errori in corsia uccidono piu' degli incidenti stradali, del cancro al seno e dell'Aids. Almeno negli Stati Uniti, dove "nel 2005 le persone morte per errore medico sono state 90mila, contro le 43mila vittime dell'asfalto, le 42mila del tumore alla mammella e le 16mila dell'Aids". E "non c'e' ragione di pensare che la situazione non sia la stessa anche in Italia". Lo ha affermato Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto farmacologico Mario Negri di Bergamo, intervenuto oggi a Milano al convegno (2008) 'Il contenzioso medico-paziente, un crescente problema culturale, etico ed economico".
Gen. 2008 - 5000 MORTI OGNI ANNO per ERRORI COGNITIVI dei MEDICI
E' stato presentato al CNR di Roma il volume curato dalla Fondazione Smith Kline "La dimensione cognitiva dell'errore in medicina" realizzato nel contesto di un più ampio progetto che la Fondazione Smith Kline dedica al tema delle decisioni in medicina e sanità e che comprenderà altre iniziative editoriali e programmi formativi universitari e di educazione. Trentaduemila casi ogni anno : sono questi i numeri indicativi, messi in evidenza, delle morti in ospedale causate da errori medici: il 2,5% circa del totale dei decessi in Italia, secondo i dati Istat. Più dei morti per incidenti stradali. Si tratta di una stima rozza, certo, ma comunque rivelatrice di una situazione cui è necessario far fronte. Soprattutto se si considera che a questa cifra vanno aggiunti 300mila casi di danni alla salute, più o meno gravi (circa il 4% del totale dei ricoveri); che il danno economico provocato dagli errori si aggira intorno ai 260 milioni di euro all'anno solo per il prolungamento dei tempi di degenza e che molti errori, non avendo conseguenze manifeste e riconoscibili, non vengono individuati.
Negli Stati Uniti d'America, la prima causa di morte sono le malattie cardiovascolari, la seconda i tumori e la terza sono gli errori dei medici (prescrivono farmaci tossici, sbagliano le diagnosi, operazioni chirurgiche, ecc.).
Secondo il prestigioso Journal of the American Medical Association (JAMA, nr. 284 del 26 luglio 2000), "gli interventi chirurgici non necessari, gli errori medici, gli effetti collaterali dei farmaci, ecc. causano lo stesso numero di morti delle cardiopatie e dei tumori ! ".
Oltre 250.000 persone muoiono ogni anno per l'operato sbagliato di medici impreparati.
Ma chi li istruisce cosi male ? Le Universita', le quali insegnano ideologie errate ai futuri medici, perche' sono le lunghe mani...delle industrie farmaceutiche...che le controllano attraverso i "baroni" della medicina, i ricercatori al loro soldo, ed la connivenza degli Stati, Istituti di ricerca, ordini dei medici da esse controllati, per mezzo dei "loro uomini" inseriti in quegli enti.
Qui si parla solo di morti, senza contare le menomazioni permanenti, le lesioni o le patologie più gravi che insorgono per effetto di farmaci o interventi di chirurgia. Il numero di persone che sviluppano disabilità, disturbi seri e cronici o malattie correlate a farmaci e interventi chirurgici potrebbe superare i 3 milioni all'anno": - leggere: "Vogliono farvi ammalare", Kevin Trudeau, ediz. Mondadori.
Ecco le classifica delle prime tre cause di morte negli STATI UNITIi:
1) Malattie cardiovascolari: 869.724 morti : American Heart Association, "Cardiovascular disease",
www.americanheart.org/presenter.jhtml?identifier=4478
2) Tumori: 559.000 morti : American Cancer Society, anno 2007, www.cancer.org
3) Medici: 250.000 morti : JAMA, 26 luglio 2000
La popolazione americana è di circa 300 milioni di persone, mentre quella italiana raggiunge a mala pena i 60 milioni. Il che significa che l'America ha 6 volte il numero degli abitanti italiani.
Ma le prime tre cause di morte da noi non sono un quinto di quelle d'oltreoceano..
"Operazioni sbagliate, errori nella somministrazione dei farmaci, diagnosi mancate:
in dieci anni in Italia le denunce dei cittadini contro i medici e gli ospedali sono aumentate del 66%. Secondo l'Ania, l'associazione nazionale delle imprese assicuratrici, si e' passati da 17mila danni segnalati nel 1996 a 28mila nel 2006".
"Per reggere l'urto delle richieste dei cittadini le Regioni stipulano polizze per la responsabilita' civile in campo sanitario per un totale di circa 500 milioni di euro l'anno. Dietro al boom -continua il quotidiano- ci sono vari motivi, spesso non classificabili come malasanita' ".
Lo dice -scrive- lo stesso organismo autore dello studio, indicando tra l'altro 'una maggior consapevolezza dei propri diritti da parte dei malati che li spingerebbe ad una conflittualita' piu' marcata.
Denuncia inoltre non vuol dire automaticamente colpa: restano una minoranza i casi in cui si arriva ad un risarcimento.
Secondo il Simpas, sistema informativo ministeriale sulle polizze assicurative in sanita', i soldi vengono riconosciuti in un terzo dei casi. E arrivano tardi, anche a causa della lentezza dei processi".
"Sempre secondo Ania -prosegue- nel 2006 era stato liquidato solo il 68% del valore dei sinistri provocati per errore medico dieci anni prima. La media dei rimborsi e' tra i 25 e i 30mila euro". Cosi' "mentre il ministro alla pubblica amministrazione Renato Brunetta parla con una certa frequenza di 'macellai' tra i chirurghi, -aggiunge ancora- le Regioni e il governo si organizzano per disporre di un sistema di "risk management", cioe' di controllo dell'errore in corsia".
Fonte : TG5 - Ott. 2008
ERRORI in MEDICINA - Napoli (Italy)
Si e’ concluso nel mese di Dicembre 2007 il congresso nazionale "L’errore in medicina: prevenzione e gestione della conseguenze", organizzato dall’Azienda Ospedaliera Universitaria "Federico II" e dalla Viras International Insurance Broker SpA, che ha preso il 5 dicembre, nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi "Federico II" di Napoli.
Dopo i saluti dell’autorità, ha avuto inizio la discussione con la partecipazione dei professori della "Federico II" Giuseppe Lissa, ordinario di Filosofia Morale; Vincenzo Patalano, ordinario di Diritto Penale; Claudio Buccelli, ordinario di Medicina Legale e presidente del convegno; Maria Triassi, ordinario di Oncologia medica e del dott. Tonino Aceti, responsabile nazionale "Studio e Documentazione" del Tribunale dei Diritti del Malato.
I dati che sono emersi fanno pensare ad una vera e propria emergenza.
Infatti, secondo le proiezioni internazionali applicate alla situazione italiana si prevede che dato il numero di 8 milioni di ricoveri l’anno, ci potrebbero essere 320 mila danni o malattie da errori di terapia o disservizi ospedalieri e bene 30/35 mila decessi (secondo i dati relativi all’anno 2006). Le branche specialistiche coinvolte sono ostetricia e ginecologia per il 16,0 %; chirurgia generale per il 13,7%; ortopedia e traumatologia per il 12,4%; medicina generale per il 6,0% e anestesia e rianimazione per il 5,2%. Questi danni sono causati per il 48,3% da errore umano; per il 33% da difetti della struttura sanitaria e per il 5,5 da ritardo di trattamento corretto.
Secondo il Tribunale dei Diritti del Malato 1 cittadino su 5 denuncia un errore, di cui il 72% in interventi chirurgici; il 22% per errata diagnosi e il 4% per errata terapia. I dati sul Medical Malpractice sono contraddittori, a volte allarmanti.
Quello che manca ancora è un regime di governo dei rischi condiviso, cioè un sistema di norme, valori, risorse, informazioni, procedure e comportamenti codificati che coinvolga ed impegni tutti: istituzioni, medici e cittadini.
Per superare questo impasse è indispensabile, dunque, dotarsi di un sistema strutturato, avere una politica, una strategia e, soprattutto, le giuste risorse umane che sappiano operare in staff, diffondere informazioni e fare formazione. È stata espressa anche l’esigenza di favorire linee guida, percorsi di cura, audit clinici, ecc., nonché di saper gestire l’evento avverso, analizzando l’errore (root cause analysis) ed effettuando eventuali iniziative di "aggiustamento" dell’organizzazione assistenziale dopo l’analisi. Ieri pomeriggio e questa mattina continua il convegno con la presentazione di esperienze di prevenzione e fattive prospettive di soluzione in chiave di Risk Management.
x info: Dott.ssa Loreta Somma - http://www.korazym.org/news1.asp?Id=26587
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90 MORTI AL GIORNO, META’ EVITABILI. NASCE L’OSSERVATORIO SUI RISCHI
Il 23 Sett 2004 ad Ostia la I° Consensus Conference sul Risk Management in Sanità
Roma, 17 settembre 2004 - Causano più vittime degli incidenti stradali, dell’infarto e di molti tumori.
In Italia le cifre degli errori commessi dai medici o provocati dalla cattiva organizzazione dei servizi sono da bollettino di guerra: tra 14 e 50mila i decessi ogni anno, di cui il 50% evitabile, 320.000 le persone danneggiate, con costi pari all’1% del PIL, 10 miliardi di euro l’anno.
Le fonti sono spesso discordi su questi numeri; per ottenere dati certi e uniformi – ma soprattutto per individuare interventi di riduzione del rischio - Occorre costituire l’Osservatorio sui rischi sanitari e il database nazionale degli errori medici, oggi mancanti nel nostro Paese. “Gli interventi di contenimento del rischi in sanità – afferma il sen. Cesare Cursi, sottosegretario alla Salute, nella conferenza stampa di presentazione della Consensus - devono interessare tutte le aree in cui l’errore si può manifestare durante il percorso clinico di diagnosi, cura e assistenza al paziente.
A questo scopo nel 2003, presso la Direzione Generale della Programmazione sanitaria, abbiamo istituito una Commissione tecnica sul rischio clinico che nel marzo 2004 ha elaborato un primo rapporto. Questa consensus rappresenta un ulteriore momento di approfondimento di un tema di grande attualità”.
I dati nazionali disponibili sugli errori in sanità provengono da varie fonti (Anestesisti Ospedalieri, Assinform, Tribunale dei Diritti del Malato e altre) oppure sono proiezioni dalla letteratura internazionale (a partire dal rapporto Usa del 2000 ‘To err is human’) o ancora si riferiscono a studi e sperimentazioni condotti in grandi e piccoli centri di cura italiani. Queste ultime ricerche si concentrano però essenzialmente sul problema della tracciabilità e dell’erogazione di farmaci e dispositivi per evitare il tipico scambio di confezioni o la non applicazione dei protocolli, fattori che in oncologia - seconda area medica dove si registrano più eventi avversi dopo ortopedia - rappresentano il 40% degli errori secondo una recente indagine dell’Asl Roma C. “Quelli relativi al farmaco e alla corretta esecuzione dei protocolli terapeutici sono fra gli errori più frequenti in oncologia – spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena di Roma –.
Dagli ultimi studi internazionali risulta però che in oncologia le controversie per errori medici sono in diminuzione. Ciò però non deve sollevare in alcun modo il clinico dai propri doveri e responsabilità: una maggiore chiarezza nel comunicare i limiti della medicina e gli eventuali errori non può che giovare al rapporto col paziente. Per evitare gli eventi avversi è necessario, come in ogni settore, imparare da essi.
In questo senso, l’aderenza alle linee guida evidence-based, diventate largamente disponibili in oncologia, è la salvaguardia migliore contro ogni errore”. “Negli ultimi anni si sta assistendo a un incremento delle cause intentate contro i medici – aggiunge Giorgio Carlo Monti, Segretario Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale - al punto da spingere alcuni di loro a rifiutare ricoveri ‘estremi’, quelli cioè che possono generare successive cause legali intentate da familiari o pazienti che si sentono danneggiati.
Negli anni passati queste controversie per ‘malpractice’ o per errori professionali venivano sollevate quasi esclusivamente nei confronti di specialisti.
Ma negli ultimi anni si registra un trend al rialzo anche per le cause contro i medici di famiglia”.
Al termine della Consensus - organizzata da Altis, agenzia specializzata nel risk management - verrà steso un documento programmatico per la tutela del cittadino.
Subito dopo queste notizie, sono apparse le smentite......non sarebbero 90.000 ma "solo" qualche decina di migliaia, ma non si sa con precisione quanti morti....
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Commento NdR:
……e non hanno conteggiato i morti per l'utilizzo di farmaci tossici (cioe' tutti i farmaci di sintesi) che vengono somministrati ai pazienti da ricette di medici ospedalieri e non ! per cui i morti sono molto ma molto di piu' !
Solo in campo Oncologico con le terapie ufficiali di 385.000 nuovo casi all'anno di cancro il 50% muore nel corso del primo anno dopo le cure chemio/radio ! del rimanente 50% il 70% muore nel corsi dei successivi 5 anni ed il resto in 10-15 anni !
E' tutta la medicina terapeutica (e quindi occorre la rieducazione di TUTTI i medici su tutte le tecniche sanitarie possibili, non solo quelle farmacologiche) che DEVE essere rifondata su basi di salubrita', cosa che oggi i FATTI ci dimostrano che cosi' NON e' !
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Percentuali di Errori dei medici:
Nella particolare classifica delle specialità in cui si commettono più errori, stilata dal Tribunale dei diritti del Malato, l'Oncologia, con un 13% si colloca al secondo posto, preceduta dall'Ortopedia con il
16,5% di errori, seguita dall'Ostetricia (10,8%) e dalla Chirurgia (10,6%). Gli errori più frequenti vengono fatti in sala operatoria (32%), poi nei reparti di degenza (28%), nei dipartimenti di urgenza (22%) e negli ambulatori (18%).
Ma quali sono gli errori più frequenti ?
L'ordine di somministrazione di un farmaco può dunque essere equivocato, soprattutto se non vi è il controllo anche al letto del paziente.
Anche l'ambiente in cui si lavora influisce: perché un conto è scrivere la cartella clinica in un ambiente tranquillo, seduti a una scrivania, altro è farlo, coma talvolta capita, in corridoio, nella confusione generale.
Altri errori sono dovuti al sistema che, a causa delle lunghe liste d'attesa (per visite ed esami diagnostici) è causa diretta delle diagnosi tardive, che arrivano quando ormai il danno è irrecuperabile.
Altri errori sono dovuti ai farmaci somministrati ai pazienti dall'incompetenza di certi medici e/o dalla tossicita' dei farmaci.
I dati forniti oggi dall'Aiom confermano infatti l'urgenza di affrontare il fenomeno degli errori in medicina e la necessità di garantire la massima sicurezza possibile ai cittadini che ogni giorno si rivolgono alle strutture sanitarie del nostro Paese.
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La medicina allopatica è utile o dannosa ?
Durante lo sciopero dei medici in California nel 1976, il tasso di mortalità declinò sensibilmente http://www.trinity.edu/~mkearl/deathmed.html .
A Los Angeles ad esempio, il tasso di mortalità settimanale declinò da 19.8 a 16,2 morti per 100.000 durante lo sciopero e risalì a 20,4 dopo la sua conclusione. La riduzione del tasso di mortalità durante lo sciopero fu del 18%.
In Israele nel 1973, i medici ridussero i loro contatti giornalieri con i pazienti da 65.000 a 7.000 in uno sciopero che durò un mese. Secondo la Società Onoranze Funebri di Gerusalemme, il tasso di mortalità degli israeliani cadde in quel mese del 50%
http://www.soveriegn.freeservers.com/physicia.htm. Non c'era stata una così profonda decrescita in mortalità dopo l'ultimo sciopero dei dottori 20 anni prima !
Semplici coincidenze ? Nel 1976, a Bogotà in Colombia, uno sciopero dei medici continuò per 52 giorni e il tasso di mortalità cadde del 35% http://yarchive.net/med/doctor_strikes.html
La parola alle statistiche.
Nel 2000, in USA, una Task-force presidenziale etichettò gli errori medici come un "problema nazionale di proporzioni epidemiche".
I membri del comitato stimarono che "il costo associato con questi errori in perdita di reddito, invalidità, e costi sanitari ammonta a 29 miliardi di dollari
annualmente" http://www.iatrogenic.org/index.html.
Lo stesso anno (2000) l'Istitute of Medicine diffuse uno storico rapporto: "Errare è umano: costruire un sistema sanitario più sicuro".
Gli autori del rapporto conclusero che da 44.000 a 98.000 persone muoiano ogni anno come risultato di errori durante la degenza.
Essi precisano che "anche se si usa la stima più bassa, le morti dovute a errori medici superano il numero di quelle attribuibili alla causa di morte all'ottavo posto in ordine d'importanza."
Come notano gli autori, i dati degli ospedali "offrono solo una stima molto modesta della dimensione del problema, poiché i pazienti ospedalieri rappresentano solo una piccola porzione della popolazione totale a rischio e i costi ospedalieri diretti sono solo una frazione dei costi totali".
Bibliografia
1. To err is human. Building a safer health system. 2000; The Institute of
Medicine NATIONAL ACADEMY PRESS Washington, D.C. 1999
2. Manuel de Carvalho Medical errors in hospitalized patients J Pediatr
(Rio J). 2002 Jul-Aug;78(4):261-8
3. Weinger MB, Ancoli-Israel S. Sleep deprivation and clinical performance.
JAMA 2002; 287:955-7.
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Su Corriere Salute di domenica 2 febbraio, 2003
Qui sotto la sintesi di prima pagina a caratteri cubitali. Due pagine di orrori all'interno.
Troppi errori, dottore.....
Operazioni all'occhio sbagliato, pinze dimenticate nell'addome, referti di esami scambiati.
12 MILA Cause giudiziarie all'anno (in Italia) come negli USA, CONTRO i medici !
in Italia 320.000 malati all'anno subiscono danni evitabili in seguito alle "cure mediche", pari al 4% dei ricoverati negli ospedali.
I morti per errori medici sono circa 35.000 !
Eppure non si fa quasi nulla, o quasi, perché non accada più.
Commento NdR:.......e poi parlano di "preparazione universitaria dei medici"......certo, ma essi NON sono preparati sulle cause VERE delle malattie, altrimenti non starebbero in questo "buco nero"..... di incompetenza professionale, infatti NON conoscono tutte le tecniche sanitarie possibili...della medicina naturale !!!
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Anatomia dell’errore: errore personale o errore di sistema ? - By Marco Rapellino, Direttore Struttura complessa Qualità e Risk Management, Ospedale S.Giovanni Battista, Torino
To err is human (Errare è umano) è il titolo di una monografia della National Academy of Sciences Statunitense, pubblicata nel 2000, il cui scopo era un approccio globale all’errore medico, cercando in primo luogo di ridurlo quantitativamente e successivamente di ridurre i danni per il paziente e i danni economici e soprattutto morali per il medico. L’affermazione della ineluttabilità dell’errore umano sembra in Italia possa essere applicata a tutte le categorie professionali, eccetto forse ai medici.
Le richieste di risarcimento erano nel 2001 12.000, dati successivi parlano di 15.000 richieste di risarcimento l’anno, con un aumento negli anni di cause penali. Le cause di questo progressivo aumento del contenzioso sono molteplici: l’ineluttabilità della morte è messa in discussione ogni giorno a livello dei media, con notizie eclatanti su miracolistiche scoperte, che forse tra 10-15 anni e solo nel 30% dei casi avranno un’applicazione pratica; la Magistratura è sempre più attenta (forse giustamente) ai problemi legati ad errori medici, ma d’altra parte spesso vi è un riconoscimento della responsabilità del sanitario in via probabilistica e basato su interpretazioni più o meno personali; è sempre più presente una cultura del risarcimento, che porta a denunce penali, a volte indotte, che divengono una sorta di grimaldello legale per ottenere un vantaggio da un qualsiasi problema sanitario.
Questo ha provocato da una parte una difficile assicurabilita' delle strutture sanitarie, dall’altra un atteggiamento dei medici caratterizzato da uno stato di iperreattivia' notevole, che ha portato ad un comportamento di tipo difensivo sia a livello relazionale, sia a livello di approccio diagnostico-terapeutico al paziente.
Pare ovvio che si debba intervenire in qualche modo per rompere questo circolo vizioso, che mina in maniera drammatica il rapporto medico-paziente, non più basato sull’accordo comune per un ristabilimento delle condizioni di salute, ma su una base di diffidenza reciproca e di assenza di una comunicazione leale.
Con una legislazione come quella italiana, se è possibile trasferire alle assicurazioni il compito risarcitivo, non è invece possibile per il medico evitare il peso morale della denuncia penale, che è in molti casi destruente.
E’ quindi indispensabile intervenire sulla prevenzione del cosiddetto rischio medico, cioè tentare di ridurre in qualche maniera il pericolo di sbagliare o meglio di avere un comportamento che possa essere giudicato a posteriori gravato da imperizia, negligenza , omissione.
E’ indispensabile valutare attentamente i vari tipi di errore sanitario e di evento avverso a livello delle proprie ASO e ASL, con una ricerca attenta degli eventi sentinella e della incidenza nelle varie specialità e aree omogenee.
Questo è il primum movens di una ricerca dei fattori favorenti il rischio.
James Reason è il teorico di un modello secondo il quale l’accadere di un evento avverso è possibile per un active failure (azione od omissione) che supera le barriere difensive della prevenzione e dell’attenzione, ma che è provocato soprattutto dalle condizioni (latent failure) in cui si svolgono le azioni stesse.
Le latent failure sono identificabili in errori di programmazione, di organizzazione, di gestione, che tendono a rendere debole il sistema e ad esporlo a possibili errori; soprattutto sono molto più difficilmente rilevabili degli errori attivi, che invece sono sotto gli occhi di tutti.
Per una buona gestione del rischio a livello Ospedaliero e anche della Medicina sul territorio, è necessario quindi riflettere sulle condizioni generali del lavoro, dal punto vista organizzativo, strutturale, fino a giungere all’aspetto di gratificazione e soddisfazione dell’operatore.
E’ sicuramente utile, oltre ai fattori di rischio generali, ricercare, con la collaborazione degli specialisti, i fattori di rischio che caratterizzano le varie aree funzionali. Infatti è ovvio che il rischio di subire eventi avversi non è uguale per ogni paziente.
Sono anche estremamente diversi i fattori di rischio, che sono legati ovviamente alla situazione (emergenza), al percorso diagnostico terapeutico, all’uso di particolari tecnologie e, in ambito ospedaliero, come si diceva, all’area specialistica.
Tratto da: http://web.infinito.it/utenti/f/fappto/errore_medico_2005/rapellino_ab.html
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Fotografare l'errore in Medicina
Non c'è due senza tre. Così dopo "Fotografare il rischio" e "Fotografare la ricerca", il Bollettino d'Informazione sui Farmaci (BIF) non poteva non rispondere all'entusiasmo con cui è stato accolto il secondo concorso fotografico con un terzo concorso: "Fotografare l'errore".
Il tema dell'errore in medicina è sempre di estrema attualità ed interesse.
"Errare humanum est, sed perseverare diabolicum. "La saggezza dei vecchi proverbi sintetizza bene gli aspetti essenziali della realtà; anche in questo caso il detto sottolinea l'inevitabilità dell'errore quale conseguenza della condizione umana, ma anche ammonisce sullo sforzo che ciascuno di noi deve compiere per non ripeterlo una seconda volta", scrive Luciano Vettore presentando sull'ultimo numero del BIF il nuovo concorso ("Il valore dell'errore in medicina", BIF 2007; 3: 132-4).
"Questo ammonimento ha una valenza etica e in qualche misura sembra distinguere l'errore - come evento inevitabile - dallo sbaglio, il quale richiama la responsabilità soggettiva del non aver fatto tesoro degli errori precedenti, cioè del non aver posto una sufficiente attenzione nelle proprie azioni. Va detto tuttavia che di questa differenza non si tiene generalmente conto, sia in ambito educativo che professionale: ogni errore, qualunque sia la sua natura, tende a venire colpevolizzato, quasi che ci fosse una stretta parentela tra errore e peccato, richiedendo così per ogni errore una punizione. Senza voler essere giustificazionisti, non si può tuttavia disconoscere come questo atteggiamento, più moralistico che etico, abbia sottratto all'errore la sua forte valenza educativa perché - sempre per restare ai proverbi - in fondo 'errando s'impara' purché… non si perseveri nell'errore".
Tratto da: http://www.pensiero.it
Importante: ….pur segnalando le gravi anomalie (anche criminali) della Sanita’ Mondiale gestita dalle Lobbies farmaceutiche e dei loro “agenti-rappresentanti” inseriti a tutti i livelli, Politici e Sanitari nel Mondo intero, vogliamo anche ricordare e spendere per Giustizia delle parole per gratificare e ringraziare quei centinaia di migliaia di medici (quelli in buona fede) che, malgrado le interferenze degli interessi di quelle Lobbies, incessantemente si prodigano ogni giorno aiutare i malati che a loro si rivolgono e che con i progressi delle apparecchiature tecnologiche per la diagnostica e delle tecniche interventive, stanno facendo notevoli progressi e raggiungono per essi risultati ed effetti benefici, che fino a qualche anno fa erano impensabili.
Vediamo ogni giorno progressi in tal senso, ma la terapeutica indicata dalla direzione della Sanita’ ufficiale Mondiale = OMS (che e' legata alle linee guida di dette Lobbies), non segue, salvo rari casi, quella curva progressiva di benessere per i malati.
Se questi bravi medici che operano giornalmente sul campo, conoscessero anche la Medicina Naturale, potrebbero migliorare e di molto le loro tecniche terapeutiche, con grande beneficio per tutti i malati.
Fonte : www.mednat.org
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