martedì 22 settembre 2009

Mondo magico




La realtà, anche quella cosmica, è sempre storica, cioè condizionata dal livello della condizione umana.

Così, per esempio, gli spiriti esistono per coloro che partecipano a un mondo magico, ma non possono esistere per gli spiritisti dell'Europa contemporanea, perché la nostra storia interdice l'esistenza oggettiva delle anime dei defunti; per conseguenza è oggettivamente possibile a uno stregone primitivo parlare con i morti, ma la voce dei morti non può esistere per gli spiritisti moderni.

Poiché Bogoraz ha registrato sul suo fonografo le "voci degli spiriti" con cui si intrattengono gli sciamani tungusi, la realtà di queste voci sembra essere scientificamente assicurata. Si tratta soltanto di decidere se questa realtà appartiene esclusivamente a una certa "storia" (il mondo magico dei Ciukci), oppure se non si qualifichi come valida universalmente.

Il de Martino si rifiuta di accettare come una struttura metafisica della realtà ciò che è soltanto "un risultato storico determinato". Egli si mantiene nella prospettiva più pura dell'idealismo storicista: il mondo non è mai dato, esso è continuamente fatto dallo stesso uomo, in virtù della sua volontà creatrice, e in ultima istanza dalla sua "storia".

Siamo pertanto in diritto di concepire una pluralità di universi fisici: di concepire, per esempio, un secondo universo in cui gli uomini potrebbero godere del potere della levitazione, diventare invisibili e camminare impunemente sui carboni ardenti, in contraddizione con le leggi fisiche del nostro primo universo. Perché allora non concepire anche un universo in cui gli uomini potrebbero diventare immortali e divini? Tutto dipende dalla storia, cioè dalla volontà dell'uomo [...]

tratto da Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo

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