lunedì 18 luglio 2011

Psicologia della Corruzione e Società Anarchica

Il corrotto è il grande protagonista dei nostri giorni. Tanto da occupare ormai da tempo, nei paesi sviluppati, il centro dell’attenzione collettiva. Non solo nelle cronache politiche e giudiziarie, dove naturalmente troneggia, ma anche in quelle finanziarie, militari, ecclesiastiche, accademiche.
Chi è però il corrotto, qual è la sua psicologia, come si diventa tali? Cosa favorisce la moltiplicazione dei corrotti, perché in certe epoche essi si moltiplicano, e in altre sembrano sparire?

L’osservazione empirica, sia statistica che clinica, toglie di mezzo alcuni diffusi luoghi comuni sull’argomento. Per esempio non è vero che la corruzione sia figlia delle miseria, che chi accetta di farsi corrompere lo fa per mancanza di mezzi. Questo nella realtà è piuttosto raro, mentre è molto più frequente il rapporto tra comportamenti scorretti e illegali e abbondanza di ricchezza, personale e collettiva.
Quasi sempre, è proprio nei periodi storici nei quali si sono create rapidamente notevoli ricchezze, e quindi nuove e recenti classi agiate, che si sviluppano comportamenti illegali per far crescere quei patrimoni ancora di più, sempre più in fretta.
La corruzione è, insomma, quasi sempre un comportamento che tenta di aumentare e moltiplicare una ricchezza conquistata recentemente, e senza troppa fatica. La disponibilità alla corruzione ha in sé, come dimostrano anche le cronache recenti, tratti del clima psicologico dell’euforia (tipica appunto dei “boom” economici), coi suoi caratteristici aspetti più o meno esibizionisti e mitomaniaci: l’interesse per lo star system, il mito di arrivare a camminare su qualche tipo di “red carpet”.
Appare comunque chiara, nella sottocultura della corruzione, la fatica a contenersi, a tenere qualcosa per sé, che caratterizza invece sia le situazioni di scarse disponibilità economiche, sia quelle di ricchezze costruite nel tempo, attraverso la fatica e il lavoro. Dal punto di vista psicologico e delle strutture di personalità, l’esperienza del lavoro, dello studio e della fatica tende a sviluppare quei tratti, anche morali, di introversione, e di disciplina necessari per affermare la propria posizione nel mondo, mentre il trovarsi rapidamente con ottime disponibilità di denaro svaluta sforzi e contenimenti, e predispone all’orizzonte di “facilità” che la corruzione propone.
E’ per questo che la sobrietà è un valore ed un comportamento, quasi unanimemente condiviso nei momenti di sviluppo, mentre la corruzione e l’esibizione del lusso tende poi a dilagare nei periodi immediatamente successivi, quando si tratta di “digerire” quella ricchezza, di incorporarla stabilmente sia nelle strutture produttive e politiche che nei comportamenti e nei valori condivisi. E’ allora, nell’euforia collettiva e già staccata da un solido rapporto con la realtà, che affonda le sue radici la psicologia e lo stile della corruzione.

In tutti i casi il corrotto è caratterizzato da un tratto di debolezza e dipendenza da comportamenti collettivi (consumi “di prestigio”, stili di vita reclamizzati dalle comunicazioni di massa), che rivela un vacillante senso di sé, una sostanziale incapacità a “fare da soli”, senza appunto gli aiuti forniti dalla corruzione.

Ma siamo sicuri che aumentando le pene, la corruzione diminuisca? Che ruolo hanno tutte le Autorità di Vigilanza oggi presenti nel nostro ordinamento costituzionale?
Ritengo che il solo aumento delle pene non produca alcun effetto, se non quello di alimentare il mercato della corruzione, innalzando vertiginosamente le percentuali delle mazzette, essendoci ovviamente più rischi da parte del corrotto.

Il problema può essere combattuto e stanato cambiando le regole che oggi sono utilizzate per l’affidamento di appalti di Lavori, Servizi e Forniture. In qualche misura la lotta alla corruzione deve diventare una sorta di infrastruttura civile, solida e condivisa.

Da quando esiste una struttura di potere pubblico organizzato e fino a quando esisterà, ci sarà sempre qualcuno che si lascerà tentare dalla possibilità di utilizzarlo per scopi personali più o meno commendevoli. Cancellare malaffare e corruzione pubblica è probabilmente un'utopia, ridurli a fisiologia però no.

La massa di politici e burocrati preposta alla gestione dei moderni sistemi di governo diventa un ceto autonomo che cerca di rafforzarsi anche attraverso le sue prerogative e privilegi che diventano misura di quel rafforzamento e qui si insinua potente il meccanismo della corruzione nelle sue varie forme.

Chiunque detenga spicchi anche limitati di potere sa quanto forti siano le spinte al sentirsi al di sopra di tutto, legibus solutus o, quantomeno, naturale destinatario di privilegi dati dal ruolo che si occupa. Queste spinte sono tanto più forti quanto più si sale nelle gerarchie verso livelli più distanti dal contatto diretto con la pubblica opinione e con i destinatari delle decisioni. E sono tanto più forti quanto più sono consistenti i fattori caratterizzanti l'appartenenza alle gerarchie stesse.

È un discorso che accomuna politica e burocrazia, ed è una parte della spiegazione dell'allargamento nel corso degli anni della corruzione, dal politico in senso stretto al burocrate pubblico, al militare, al magistrato e così di seguito.

Qui risiedono alcune delle ragioni per cui occorre rivedere il sistema delle prerogative di chi ha pubbliche funzioni di rappresentanza o di gestione. «Decastizzare», per usare un brutto neologismo, è indispensabile per ridurre i margini di autoreferenzialità e di opacità in cui si annidano le tentazioni corruttive.
C'è forse stato un tempo in cui il meccanismo funzionava all'opposto: ovvero le prerogative compensavano il ruolo di prestigio e allontanavano le tentazioni. Ma questo non è più vero da quando la democrazia, e quindi la politica, sono diventate di massa. Un'élite illuminata che già godeva di privilegi nella propria vita privata e professionale poteva permettersi di limitarsi a trasferirli nella vita pubblica, in alcuni casi addirittura rinunciando a qualcosa.
Berlinguer parlava di questione morale nei partiti. Qui la questione morale è organica al sistema, pervade tutte le sfere pubbliche, ed è probabilmente già diventata uno dei fattori di debolezza della capacità competitiva. Per questo forse la riforma della politica dovrebbe essere la madre di tutte le riforme. Ma è l'unica che non si può imporre per legge.

Nella maggior parte dei casi è la presenza di una gerarchia a provocare la corruzione. Una società anarchica fondata su un'organizzazione sociale orizzontale, che vuole basarsi sul libero accordo, sulla solidarietà, sulle libere associazioni, sulle unioni, sul rispetto per la singola individualità, si presenta, a livello teorico, come idea di Società ideale, in quanto considera l'essere evoluto, intelligente e responsabile a tal punto da non aver bisogno di leggi, quindi non avrebbe nessun interesse a corrompere o non subirebbe il rischio di essere corrotto.


In una società anarchica, si distingue nettamente l'organizzazione da potere, autorità e gerarchia. Partendo dal fatto che potere, autorità e gerarchia danno una libertà e una giustizia illusorie, perché sono fondati proprio sul contrario della libertà e proprio sul contrario della giustizia, in una società anarchica si segue il filo d'Arianna dell'antiautoritarismo verso ipotesi organizzative di vita in comune, che permettano una sempre maggiore realizzazione delle potenzialità individuali e collettive.

Gli anarchici prendono le decisioni comuni in maniera assembleare in cui si mira a raggiungere l'unanimità su ogni decisione. Unanimità non significa essere tutti completamente d'accordo su qualcosa, ma trovare una sintesi tra le varie posizioni che non prevarichi nessuno.

La maggioranza non ha dunque alcun potere sulle minoranze. È quindi fondamentale l'orizzontalità del gruppo, cioè l'assenza di gerarchie.

I problemi sociali come il crimine e l'ignoranza e l'apatia delle masse sono un prodotto della stessa società autoritaria: mantenere gli individui perennemente sotto un'autorità superiore fa sì che questi non siano più capaci di comportarsi autonomamente, senza un capo che gli comandi cosa fare; inoltre qualsiasi capo cercherà sempre di mantenere il proprio potere, e quindi cercherà il più possibile di rendere i sottoposti non autonomi, e di creare bisogni negli stessi sottoposti (come la necessità di protezione dal crimine); di conseguenza lo Stato non ha alcun reale interesse a risolvere i problemi sociali, perché altrimenti verrebbe meno il bisogno del potere. Chi più dello Stato è corrotto?!? Lo Stato è già di per sè corrotto e finchè continuerà a perdurare un sistema autoritario, la corruzione non si estinguerà mai.

Fonte : http://claudiorise.blogsome.com/
http://www.lettera43.it/

Presunta democrazia

La democrazia è l'organizzazione politica che meglio collima con la struttura iniziatica e gli schemi sociali tracciati nella Bibbia, perchè assegna solo virtualmente al popolo le chiavi del potere e lo fa come il serpente, illudendo e ingannando. Gli uomini di governo che dicono di governare in nome del popolo o per conto di Dio, servono solo e sempre sè stessi. La (presunta, n.d.r.) giustizia è lo strumento di chi detiene il potere e lo usa per i propri fini. Ciò che è giusto per il più forte è ingiusto per il più debole e non coincide con l'interesse di tutti. La giustizia, così intesa, si rovescia piuttosto nel suo contrario: l'ingiustizia. Come dice Sant'Agostino: "Una repubblica non può durare nè crescere se non per mezzo dell'ingiustizia." Non va contestato quindi il principio della legge, ma l'autorità incaricata di emanarla ed eseguirla.

Se tutte le organizzazioni politiche fossero autonome, di piccole dimensioni ed ispirate ai principi di democrazia sostanziale, non esisterebbe alcun conflitto ma una civiltà diffusa, libertà ed emancipazione; ma nel momento in cui una di esse cresce in dimensioni e potenza rispette alle altre, questa stessa tenderà a fagocitare le più piccole. Se esistessero soltanto piccole nazioni, l'umanità sarebbe indubbiamente più libera e felice. La formazione di grandi imperi introduce un nuovo elemento: la forza. Le piccole nazioni sono misere non in quanto piccole, ma perchè sono deboli, e i grandi imperi prosperi non in quanto grandi, ma perchè sono forti.

Nel susseguente approfondimento storico, l'autore riporta l'importanza delle guerre tra greci e persiani per lo sviluppo culturale dell'Occidente; in questo scontro tra due civiltà (da un lato lo svolgimento di una cultura i cui principi risiedevano nel mistero e negli oracoli, dall'altro il mondo Ellenico quale portatore ideale di democarzia) a fare da spartiacque sarà un combattimento di dimensioni ridotte come la battaglia di Maratona del 490 aC, dove la vittoria greca fu semplicemete la battuta di arresto di un sistema (quello teocratico-iniziatico) che da quel momento in poi apprese la lezione: rinunciò per sempre all'idea di misurarsi direttamente con alti ideali e il sentire profondo, preferendo astuzie e strategie occulte, manipolazioni delle menti umane, per addivenire alla conquista del potere.

E' questo dunque l'inizio della fine della polis greca quale depositaria della vera e mai più espressa democrazia...

Filippo il Macedone, uomo protervo e rozzo, che aveva appreso dai Persiani l'arte della guerra, sconfisse gli eserciti di Tebe ed Atene, divenendo il padrone assoluto della Grecia. Alla sua morte gli succedette il figlio Alessandro Magno, le cui imprese aprirono le porte a nuovi concetti: l'ebbrezza del potere, della gloria e della ricchezza; la sua missione, attentamente diretta e progettata da Olimpiade ed Aristotele, ispirata dall'idea di creare un nuovo ordine del mondo, parte da lontano, passa attraverso riti e liturgie iniziatiche e suggella, con il seppellimento della sapienza greca, la vittoria dei sensi, della cupidigia e della sopraffazione.

da
"Il Tempo della Fine" (2006 - Ed. Il Punto d'Incontro)

mercoledì 13 luglio 2011

Pastafariani

MILANO - La sua richiesta era sensata: che al pastafarianesimo fosse data la stessa importanza delle altre religioni. Lo «Spaghetto Volante», Dio dei pastafariani, la religione parodistica nata in Kansas sette anni fa come protesta all’insegnamento obbligatorio nelle scuole della teoria creazionista assieme a quella evoluzionistica, è diventato un simbolo di culto per gli ironici e miscredenti navigatori del web. In questi giorni l’ufficio dei trasporti di Vienna ha dato luce verde allo scolapasta come copricapo religioso su una foto della patente di guida. Un caso che fa sorridere, ma anche discutere.

LO SCOLAPASTA - Il protagonista della vicenda è un imprenditore e ateista convinto, Niko Alm. Tre anni fa il giovane austriaco aveva presentato la relativa istanza, che ora ha avuto l’ok (inaspettato) dai funzionari dell’ufficio trasporti della Bundespolizeidirektion di Vienna. Se viene accettato il copricapo tenuto per motivi religiosi sulle fototessere di documenti d’identità, di guida e passaporti - la motivazione di Alm - allora perchè non può valere lo stesso principio per i pastafariani, gli «adepti» del pastafarianesimo. La foto con lo scolapasta in testa (GUARDA) è stata scattata dallo stesso Alm che a suo tempo l’aveva consegnata personalmente ad un funzionario dell’ufficio competente. «Anche in quel momento avevo lo scolapasta in testa, il funzionario non ha reagito, non ha detto nulla», ha spiegato il pastafariano austriaco al giornale Der Standard.

PASTAFARIANI - La via crucis per vedersi riconosciuta quella foto sul permesso di guida è iniziata nel 2008 con una richiesta all’ufficio di motorizzazione, racconta Alm sul suo blog. In un primo momento i funzionari gli avevano spiegato per telefono che quella immagine sulla patente di guida non era possibile. Alm ha dunque richiesto un parere scritto, che non è mai arrivato. E' stato invece invitato a recarsi dall’ufficiale sanitario. Questo ha dovuto appurare che l’uomo era «psicologicamente idoneo» a guidare una macchina. Dopo tre anni finalmente è arrivata la tanto attesa notifica: la patente poteva essere ritirata negli uffici. Ora Alm non vuole più fermarsi. Ha già annunciato di voler richiedere il riconoscimento del pastafarianesimo in Austria. Il pastafarianesimo, o «Flying Spaghetti Monster», è stato fondato nel 2005 dall’allora venticinquenne americano e laureato in fisica Bobby Henderson. Digitando «Flying Spaghetti Monster» sui motori di ricerca, appaiono circa 6 milioni risultati.


http://www.corriere.it/cronache/11_luglio_13/scolapasta-in-testa-burchia_bdcd2f64-ad24-11e0-83b2-951b61194bdf.shtml

martedì 12 luglio 2011

NNUOVO PSICOFARMACO PER BAMBINI IN ITALIA

Fazio risponde a Binetti nel “Question-Time”: “La sperimentazione sui bambini per lo psicofarmaco che migliora l’attenzione dei più piccoli è effettivamente in corso a Pisa”. Binetti: “Bene per la promessa di incremento di fondi per la vigilanza, peccato che in Finanziaria non ve ne sia traccia”. Interrogazione sul
dossier al Parlamento Europeo, On. Muscardini “Operazione di marketing assai disinvolta, perché prima devono venire i bambini e solo dopo il business”. Poma (Giù le Mani dai Bambini): “La nostra denuncia era fondata, la strategia è chiara: medicalizzare bambini distratti e vivaci in sempre maggior numero”

Risposta a tempo record quella del Ministro per la Salute On. Ferruccio Fazio, che nel question-time alla Camera dei Deputati ha confermato l’esistenza presso lo “Stella Maris” di Pisa di una sperimentazione in corso su bambini, con somministrazione di una molecola psicoattiva per migliorarne le performance attentive (1). “Si tratta di un vecchia molecola anti-ipertensiva (2) che si sta cercando di riciclare come psicofarmaco pediatrico, cosa assai discutibile, dal momento che neppure se ne conoscono i meccanismi d’azione sul cervello dei bimbi”, ha commentato Emilia Costa, Psichiatra e già 1^ Cattedra di Psichiatria alla Sapienza di Roma e Primario di Psicofarmacologia all’Umberto I°.

“La nostra denuncia – dichiara Luca Poma, giornalista e Portavoce di Giù le Mani dai Bambini, il più rappresentativo Comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica (www.giulemanidaibambini.org) - era circostanziata e corretta: c’è una strategia in corso per medicalizzare i comportamenti di sempre più ampie fasce di bambini italiani. La Guanfacina di Shire è una molecola apolide, che non rendeva più: cosa c’è di
meglio che inventare da zero una nuova applicazione terapeutica per guadagnare altri soldi a spese della salute dei più piccoli? Neanche si conoscono le modalità di azione di questo psicofarmaco e già lo si vuole autorizzare per l’uso sui nostri bambini”.

L’On. Paola Binetti ha preso atto della risposta del Ministro Fazio, commentando: “I fondi che il Ministro ha promesso nella Sua riposta per incrementare la vigilanza anti-abuso e iscrivere sul registro di controllo anche le somministrazioni di anti-depressivi ai bimbi, che vengono somministrati in misura 15 volte maggiore degli psicofarmaci per l’iperattività, sono un’ottima cosa, peccato che in questa Finanziaria non ve ne sia traccia, speriamo non sia l’ennesima azione di propaganda. E per la ‘pubblicità’ fatta dalla casa farmaceutica, della quale il Ministro chiede notizie, vorrei segnalare che nel XXI° secolo le campagne di marketing non si muovono solo sulle gambe dell’advertising diretto ai pazienti, bensì sulla base di articolate
campagne di relazioni pubbliche, proprio come quella a cui stiamo assistendo: si crea artificialmente il bisogno di un farmaco mediante congressi scientifici (3) che chiedono più diagnosi di iperattività, e articoli sui giornali firmati da specialisti che indicano la strada (4), poi compare la soluzione, guarda caso uno psicofarmaco (5). Ma la scienza – lo dico da Neuropsichiatria Infantile, prima che da Parlamentare – ha molto da dire prima di dover somministrare uno psicofarmaco a un bambino di 6 anni”.

Nel frattempo, il dossier è arrivato nell’Aula del Parlamento Europeo, dove l’On. Cristiana Muscardini ha presentato un’interrogazione alla Commissione (6). La Parlamentare dichiara che “la Guanfacina è un vecchio brevetto da tempo in cerca di una malattia a cui essere associato. In genere succede il contrario, di fronte ad una malattia si fa della ricerca per trovare antidoti e terapie. Che un'agenzia di relazioni pubbliche si presti a simili tentativi è un problema di etica professionale che non vogliamo affrontare, ma che una casa farmaceutica operi cercando ipotetici clienti per una molecola esistente e non più usata per il primitivo scopo, ci sembra un'operazione assai disinvolta, che rovescia la scala di valori alla quale ci si dovrebbe attenere quando si tratta di salute: prima i bambini e poi il business”.

In conclusione, Poma ha ringraziato i Parlamentari per l’attenzione dimostrata in quest’importante azione di denuncia e vigilanza, ed è tornato anche sulla polemica salita agli onori delle cronache la scorsa settimana (7) sulle campagne di pubbliche relazioni in corso per agevolare Shire nell’introduzione di questo psicofarmaco nel nostro paese (8): “Come ha ben ricordato Toni Muzi Falconi (9), la vicenda ha destato
non poche perplessità per com’è stata gestita. Non abbiamo emesso una condanna senza appello per Ketchum, l’agenzia di relazioni pubbliche di Shire, ma di una cosa siamo certi: mentre a Milano negavano di avere rapporti con divisioni farmaceutiche produttici di psicofarmaci, a Roma organizzavano conferenze stampa in cui si auspicava l’aumento del numero di bambini iperattivi in terapia farmacologica.

Possiamo pensare ad una sfortunata serie di ‘combinazioni’, ma allora facciamo appello ad Andrea Cornelli, il loro amministratore delegato, un professionista di indubbia caratura: che si dissoci dalle aziende farmaceutiche quando fanno business miliardari a spese della salute dei bambini”.

Link di approfondimento:
(1) il testo della risposta del Ministro Fazio è integralmente pubblicato all’indirizzo internet http://www.giulemanidaibambini.org/lettere/lettera132.pdf

(2) è la Guanfacina (nome commerciale in USA “Intuniv”®), un anti-ipertensivo di vecchia generazione, introdotto sul mercato nel lontano 1980. Determina una riduzione degli impulsi nervosi del cervello al cuore, alle arterie ed ai reni. Tra
gli effetti collaterali troviamo vertigini, impotenza, dolore toracico, mancanza di respiro, eruzioni cutanee, visione offuscata e ingiallimento della pelle o degli occhi (http://www.rss-to-javascript.com/it/author-article/guanfacine-cloridratoinformazione-sui-farmaci/22f5a79d88) nonchè confusione e depressione delle funzioni mentali (http://medicinasalute.com/curare/farmaci/farmaco/guanfacina-tx/). A fronte di questi potenziali rischi, uno studio ha
confermato che "la Guanfacina, un farmaco comunemente prescritto per alleviare i sintomi del disturbo da stress posttraumatico, non è più efficace di un placebo" (studio scientifico condotto da ricercatori del Medical Center di San Francisco (http://www.newsmedical.net/news/2006/12/02/37/Italian.aspx). Tuttavia, il marketing fa la sua strada, e sebbene il meccanismo del farmaco non sia completamente noto, si ritiene che esso abbia a che fare con i recettori della corteccia prefrontale, un'area cerebrale studiata nei pazienti con iperattività, e quindi l’idea ora è di utilizzarla sui bambini per rafforzare la memoria, migliorare l'attenzione e la capacità di concentrarsi e migliorare il controllo degli impulsi (http://www.pharmastar.it/index.html?cat=4&id=2447). La Guanfacina è quindi alla Sua terza destinazione d'uso: prima anti-ipertensivo, poi disturbo da stress post-traumatico, ora Sindrome da Deficit di Attenzione nei bambini.

(3) Vedi: http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_pressrelease__163.pdf, e
http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_pressrelease__160.pdf

(4) http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_pressrelease__161.pdf

(5) la fine della sperimentazione della Guanfacina è prevista a dicembre 2011

(6) http://www.giulemanidaibambini.org/lettere/lettera133.pdf

(7) http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/gravidanza-parto-pediatria/articolo/lstp/410252/

(8) http://www.giulemanidaibambini.org/stampa/glm_pressrelease__168.pdf

(9) uno dei più noti consulenti di settore a livello internazionale, Past President e Fondatore della Global Alliance for Public Relations and Communication Management, Past President della Ferpi, Docente di Public Affairs e di Global Relations and Intercultural Communication alla New York University, Docente di Relazioni Pubbliche alla LUMSA di Roma ed alla Facoltà di Sociologia dell’Università “La Sapienza”, Docenti di Public Affairs alla “School of Government” della LUISS di Roma

Per media-relation: 337/415305 begin_of_the_skype_highlighting 337/415305 end_of_the_skype_highlighting oppure 338/7478239 begin_of_the_skype_highlighting 338/7478239 end_of_the_skype_highlighting – portavoce@giulemanidaibambini.org

sabato 2 luglio 2011

NOTAV Video Memorabile



Video memorabile. Da sempre mi chiedo come si possa fare il Carabiniere per difendere la Criminalità.

Da sempre mi chiedo come si possa mettersi un berretto in testa e spegnere il cervello.

Auspico che il cervello, quel che ancora rimanga ritorni a funzionare.

Dedicato all'Arma che torni ad essere simbolo di Giustizia




PS . fate vi prego girare il video soprattutto a chi è nelle forze dell'ordine e ve lo chiede uno che ha fatto il Carabiniere e anche mio Padre lo è stato.

venerdì 1 luglio 2011

Islanda




Se qualcuno crede che non ci sia censura nelle notizie di attualità, che mi dica perché i giornali non hanno detto nulla su quello che succede in Islanda così come si è saputo quello che succede in Egitto:
in Islanda, il popolo ha fatto dimettere un governo al completo, si sono nazionalizzate le principali banche, si è deciso di non pagare i debiti vertso Gran Bretagna e Olanda a causa della loro cattiva politica finanziaria e si è appena creata un'assemblea popolare per riscrivere la costituzione.


E tutto ciò in forma pacifica. Tutta una rivoluzione contro il potere che ci ha condotto all'attuale crisi.

E qui c'è da chiedersi, visto che non si sono fatti conoscere i fatti di di questi due anni:

Cosa succederebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dall'Islanda ?

Questa è, brevemente, la storia dei fatti:

2008. Si nazionalizza la banca principale del paese. La moneta si svaluta, la borsa sospende la sua attività. Il paese è in bancarotta.

2009. Le proteste cittadine di fronte al parlamento ottengono che si convochino elezioni anticipate e provocano le dimissioni del Primo Ministro e di tutto il suo governo in blocco.
Continua la pessima situazione economica del paese.
Mediante una legge si propone l'estinzione del debito a GB e Olanda attraverso il pagamento di 3500 milioni di euro, somma che dovrà essere pagata mensilmente da tutte le famiglie islandesi durante i prossimi 15 anni al 5,5 % di interesse.

2010. La gente torna nelle piazze e pretende di sottomettere la legge a referendum.
Nel gennaio del 2010 il Presidente rifiuta di ratificarla e annuncia che si terrà la consultazione popolare.
In marzo si celebra il referendum e il NO alla restituzione del debito sfiora il 93% dei voti.

In tutto questo il governo avvia un'inchiesta per dirimere giuridicamente le responsabilità della crisi. Iniziano le detenzioni di vari banchieri e alti dirigenti. La Interpol dirama un ordine [di arresto] e tutti i banchieri implicati abbandonano il paese.
In questo contesto di crisi, si scelgono i membri di un'assemblea per redigere la nuova costituzione che faccia tesoro delle lezioni apprese dalla crisi e che sostituisca quella attuale, che è una copia della costituzione danese.

Per far ciò si ricorre direttamente al popolo sovrano. Si scelgono 25 cittadini senza filiazione politicadei 522 che hanno presentato la loro candidatura, per la quale era necessario soltanto essere maggiorenni ed avere l'appoggio di trenta persone.
L'assemblea costituente comincerà il suo lavoro nel febbraio del 2011 e presenterà un progetto di carta costituzionale a partire dalle raccomandazioni concordate in distinte assemblee che si celebreranno per tutto il paese.

Dovrà essere approvata dall'attuale Parlamento e da quello che si costituirà dopo le prossime elezioni legislative.
Questa è la breve storia della Rivoluzione Islandese: dimissioni di tutto un governo in blocco, nazionalizzazione della banca, referendum perché il popolo decida sulle decisioni economiche trascendentali, incarcerazione dei responsabili della crisi e riscrittura dell costituzione da parte dei cittadini.

Si è parlato di questo nei mezzi di comunicazione europei ?

Si è commentato nelle conversazioni politiche radiofoniche ?

Si sono viste immagini dei fatti in TV ?

Ovviamente no.

Il popolo islandese ha saputo dare una lezione a tutta l'Europa, affrontando il sistema a viso aperto e dando una lezione di democrazia al resto del mondo.

ASSASSINIO IN VAL SUSA

Nel più sordo e totale silenzio dei media :

DI MIGUEL MARTINEZ
Kelebleker

In questo blog, non siamo antimilitaristi, nel senso di coloro che se la prendono con la truppa e assolvono i generali. Gli assassini non sono giovani carabinieri confusi, alla guida di mezzi di guerra ingestibili.

Gli assassini sono tutti, tutti coloro che hanno voluto l’attacco armato alla Val Susa. Sapendo che negli attacchi armati, è normale che si uccidano non solo i paesaggi e i luoghi, ma anche le persone.

La donna assassinata si chiamava Anna Recchia, aveva 65 anni. E nessuna pagina su Facebook, credo.

Dal sito NOTav:

PRIMO MORTO DELL’OPERAZIONE “TALPA” BLINDATO DEI CC INVESTE PENSIONATA

Submitted by admin on 30 giugno 2011 – 09:05 No Comment

Ieri pomeriggio 29 giugno un mezzo blindato antisommossa dei Carabinieri diretto a Chiomonte ha investito e ucciso una pensionata a Venaria. Ci sentiamo di sottolineare da queste pagine quanto accaduto. E’ un’operazione militare a tutti gli effetti per la quantità di numeri e mazzi impiegata e nelle operazioni militari si sa ci stanno anche i morti. Dalle prime notizie l’autista dichiara di essersi fermato a fare rifornimento e poi essere ripartito per fermarsi dopo decine di metri al semaforo. Solo lì dice di essersi accorto di un corpo accasciato a terra dagli specchi retrovisori. Questi mezzi corazzati usati a Chiomonte sono mezzi da guerra dati in mano a dei criminali. Come a Genova ancora una volta l’arroganza e la guerra uccidono sotto gli pneumatici dei mezzi dei carabinieri. Fino a quando ancora? Questa morte è responsabilità della lobby si tav.

Il media mainstream dirà che questa è una forzatura strumentale dei notav. Non è così! In questi giorni decine e decine di mezzi incolonnati fanno su e giù per la valle. La realizzazione dell’opera prevede centinaia di tir – oltre ai mezzi delle forze dell’ordine – che fanno su e giù per decenni… Perché i giornali non scrivono che il mezzo che ha investito l’anziana signora era diretto al cantiere della Maddalena? Quando diciamo che il Tav è un’opera dannosa, nociva, necrogena intendiamo proprio questo: un costo sociale, umano e ambientale senza misura con i presunti “vantaggi”. Alla famiglia il nostro pensiero…

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Fonte: http://kelebeklerblog.com/2011/06/30/assassinio-in-val-susa/